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Il popolo delle agende rosse

Il comitato "19 luglio 1992" insieme a Salvatore Borsellino ha dato vita ad un nuovo movimento culturale fatto da cittadini di ogni età, basato sulla giustizia e la verità che questo stato nasconde da diciasette anni sulla strage di via d’Amelio a Palermo in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L’unico sopravvissuto è Antonino Vullo, risvegliatosi in ospedale in gravi condizioni. Dall’auto ancora in fiamme dopo l’esplosione, è stata trafugata la borsa di pelle marrone in cui Paolo Borsellino teneve la sua agenda rossa, agenda dove il giudice annotava suoi pensieri e testimonianze di pentiti di mafia sui rapporti tra cosa nostra e stato deviato

Tutto cominciò il giorno del ricordo, il 19 luglio 2009 a Palermo, via d’Amelio. Il popolo delle agende rosse riunitosi nel luogo della strage ricordò alla popolazione che Paolo Borsellino, fiero uomo delle istituzioni, morì per un’Italia migliore che ancora oggi non abbiamo ottenuto, in effetti il giudice non è morto per l’Italia che abbiamo oggi, un’Italia ricca di ingiustizie e condannati in parlamento. Il popolo delle agende rosse, inoltre, a Palermo impedì, solo con la propria presenza, a membri delle istituzioni di presentarsi sul luogo della strage evitando che venisse violato da rappresentanze politiche che, se non altro, sono responsabili oggi di gravi fatti contro la giustizia e contro i giudici in Italia. Per la prima volta in diciasette anni via d’Amelio è stata popolata da persone munite di agende rosse che anno impedito la profanazione di un luogo sacro.

Ci fu una marcia a Palermo, una marcia in cui il popolo delle agende rosse partito dal luogo della strage, raggiunse il Castello Utveggio situato sopra al monte Pellegrino che sovrasta Palermo, luogo in cui, ai tempi delle stragi, era situato un ufficio dei servizi segreti italiani. Proprio da questo castello un detonatore premuto da mani ancora ignote mise fine alla vita di Paolo Borsellino.

Ventisei settembre 2009, Roma, il popolo delle agende rosse è sceso di nuovo in piazza in sostegno della magistratura che indaga sulle ombre delle stragi del 1992.

Il corteo è partito da piazza della Bocca della verità per arrivare sino in piazza Navona dove diversi personaggi tra cui Salvatore Borsellino e Gioacchino Genchi, hanno dato forza ed orgoglio con i loro discorsi ad un popolo che ha creato questo nuovo movimento culturale che si contrappone al malaffare ed alla mala politica di questo paese, il popolo delle agende rosse, di cui ogni italiano onesto e desideroso di verità dovrebbe fare parte.

"La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità". (Paolo Borsellino)

Commenti all'articolo

  • Di Resistenza Antimafia (---.---.---.221) 8 ottobre 2009 07:02

    Si ribadisce per l’ennesima volta che la voce che circola in meritoa questo fantomatico "19 luglio 1992" è pura fantasia per cancellare un’altra realtà. il comitato cittadino antimafia 19 luglio 2009 , vero organizzatore della prima marcia delle agende rosse e ormai sciolto. Parte di quel comitato e il suo fondatore sono rintracciabili in questo sito : www.resistenzantimafia.blogspot.com

  • Di Flores Stefano (---.---.---.57) 3 dicembre 2009 18:43
    Flores Stefano

    mi spiace di non aver menzionato il comitato cittadino antimafia 19 luglio2009,mi scuso dell’errore nei confronti degli organizzatori dell’evento, ma mi sembra eccessivo chiamare fantomatico la redazione 19 luglio 1992 che collabora dall’inizio di tutto questo movimento con salvatore borsellino, Stefano Flores,autore dell’articolo e piccola formichina del popolo delle agende rosse

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