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Commento di Lord_Paramount

su Referendum elettorale: che fare?


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Lord_Paramount 25 maggio 2009 22:05

Nel merito invece, si dimentica un dettaglio di non poco conto.
Tutti sostengono che approvato il referendum si andrebbe dritti al voto con la legge fuoriuscente. E’ semplicemente una previsione sbagliata: l’unico a volere il voto immediato può essere solo Berlusconi. Ma Berlusconi non ha la maggioranza assoluta dei voti in parlamento, non può scegliere di sciogliere le Camere se il resto del parlamento è di opposto avviso.
La lega, dal canto suo, non rimarrebbe immobile di fronte a quell’esito, come del resto nessun parlamento è rimasto immobile di fronte all’approvazioni di referendum elettorali negli anni passati. Il referendum dà sempre l’indicazione di fondo, ma nel merito il parlamento può sempre intervenire per legiferare nel modo che ritiene più opportuno, pur seguendo le direttive referendarie.
In questo senso, con l’approvazione del referendum sarebbe semmai sicuro un ritorno al Mattarellum, ossia alla legge precedente a quella di Calderoli, emanato proprio a seguito di un altro referendum elettorale in cui i sì vinsero, nel 1993. In quell’occasione l’indicazione referendaria fu quella di passare al maggioritario: il parlamento vi passo "a modo suo", con una legge per 3/4 maggioritaria e per 1/4 proporzionale.
Si può insomma sostenere con una certa sicurezza che, in caso di vittoria dei sì, l’effetto non sarebbe quello di consegnare tutto il potere ad un unico partito, ma semmai, sarebbe quello di far preservare gli attuali equilibri di potere presenti in parlamento, pur nel dovere di tornare al maggioritario. Guardacaso, proprio quello che il Mattarellum garantirebbe.
Cosa ci avremo guadagnato? Un ritorno al territorio da parte dei candidati, non più collocati nelle anonimissime liste di circoscrizione ma obbligati a conquistarsi il singolo seggio sul collegio scelto per la corsa elettorale. Con l’impossibilità per poche, influenti persone, di candidarsi in più circoscrizioni per poi determinare, con la scelta discrezionale del luogo della propria elezione, l’elezione o meno di altre persone.


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