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Commento di Marina Serafini

su Il Nuovo Ordine Mondiale Russo (e islamo-fascista)


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Marina Serafini Marina Serafini 25 dicembre 2016 00:35

E ’ bello leggervi perché molto istruttivo, ma sono lenta perché non ho le vostre competenze, e me ne scuso. Ho visto che Persio ha scritto altri articoli sulla questione e me li sto leggendo. Tra l’altro la questione ucraina e il modo in cui è stata gestita dai media è molto allarmante... Soprattutto il fatto che le documentazioni già pubbliche, nel nostro paese, lo sono divenute, dove è accaduto, "con calma e per piacere"... Io ho paura che, rispetto alla direzione verso cui orientare la rabbia e lo scontento dei cittadini europei, sia prioritario non perderlo, questo scontento, non consentire che si sopisca. Perché ho l’impressione che uno scoramento prolungato porti alla fin fine verso una rassegnazione fatalista. Ho sentito diversi italiani rientrare in casa dopo un periodo di residenza estera gridare contro "l’umore svuotato" di chi tornavano ad incontrare. La martellante disinformazione e il processo forzato di banalizzazione del pensiero stanno filtrando negli umori di una popolazione sempre più esautorata dal normale diritto di partecipazione alla cosa pubblica. Il refrain che mi arriva quando ascolto conversazioni pubbliche ripete "che tanto e’ inutile, perché ti danno solo l’illusione di scegliere tra personaggi messi li apposta per farti credere di contare ancora, e se ti chiedono di votare è solo per questioni malposte, appositamebte confuse, e di non prioritaria importanza". Sta dilagando un pessimismo preoccupante, che annichilisce la spinta vitale di un popolo mortificandolo, e prepara il terreno a colpi di mano (di orientamento filosovietico o filoisraeliano che sia). Viene facile pensare che l’incompetenza politica che ha portato l’Italia all’attuale stato di prostrazione sociale è realmente il bisturi ben camuffato di una delicata operazione chirurgica concertata in altre sfere. Come se stessimo tutti mettendo in scena l’esito di un esperimento di neuromarketing: sei convinto di provare un certo stato d’animo senza riuscire a comprendere che è proprio il risultato di un programma educativo". E il modo in cui tutto passa, nonostante la evidentissima discutibilita’ del cosa e del come, e la relativa esplicita repulsione sociale, mi spinge a credere che il fascismo non sia una minaccia di ritorno, ma un cattivo aroma già diffuso nell’aria che respiriamo


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