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Commento di Fabio Della Pergola

su Gaza e lo scandalo monocolore


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Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 25 luglio 2014 16:40

A parte le solite argomentazioni accese e ampiamente fuori tema, in cui due antisionisti si sono curiosamente accapigliati fra di loro in modo surreale senza accorgersi che sostanzialmente dicevano la stessa cosa, aggiungo anch’io la mia opinione.

 

Che è molto vicina a quella espressa da Gottardo e speculare a quella espressa da Lorenzo Trombetta sul sito SiriaLibano che ho segnalato più sopra.

Il fatto è che agli occidentali non importa niente se gli arabi ammazzano altri arabi, se i neri ammazzano altri neri, asiatici ammazzano altri asiatici e perfino se slavi massacrano altri slavi. Importa solo - e intervengono protestando solo in questo caso - se è l’occidente che si scontra con popoli non occidentali. Se interviene in Iraq o Afganistan o se Israele bombarda Gaza.


Per cui i 700 morti di Gaza portano gente in piazza, in mezzo mondo, a protestare e bruciare bandiere, ma i 170mila morti in Siria non smuovono nessuno dalla sua poltrona preferita.

La cosa mi colpisce e la trovo agghiacciante. Perché la conclusione ovvia è che il motivo vero delle manifestazioni non è la commozione e lo sdegno (che ci sono naturalmente e sono del tutto comprensibili e anche condivisibili fino a che non diventano fredda indifferenza verso i tre ragazzini israeliani ammazzati a sangue freddo, ad esempio).


Il vero motivo delle manifestazioni antiisraeliane è il terzomondismo antioccidentale proprio di certe tendenze politiche occidentali. In cui non c’è niente di male, ovviamente. Ma è scelta politica, ben altra cosa dal "pacifismo" e anche dall’essere davvero umanitari.

 

E’ il motivo per cui certi opinionisti di destra hanno storpiato il termine “pacifisti” in “pacifinti”. Ed è l’accusa più ricorrente che si sente fare anche in ambito ebraico. Che legge nell’ambivalenza dei movimenti di protesta una buona dose di antisemitismo (sdegnarsi per quello che fa lo stato ebraico, ma non per la stessa cosa fatta da arabi).

 

Non credo che ci sia davvero dell’antisemitismo in questo; c’è casomai quando si fanno quelle assurde tirate sul “popolo eletto” o sullo stato “ebraico” che sarebbe perciò, in quanto ebraico, razzista a priori (ma nessuno ha mai accusato di razzismo gli stati “arabi” o le repubbliche “islamiche”).

 

In tutto ciò resta l’amaro in bocca. La commozione per i bambini morti di Gaza sarà vera o sarà solo il riflesso politico dell’antioccidentalismo ? Un sentimento sincero o un automatismo politico-culturale ?


Ci si commuove per i bambini di Gaza, ma per nulla per i bambini di Homs o di Aleppo o per quelli curdi o altri ancora.

 

L’accusa più atroce che viene dai sostenitori della rivolta siriana (che non sono affatto filoisraeliani, tanto per chiarire) è che molte foto di bambini siriani uccisi vengono riciclate come foto di bambini di Gaza. Solo in quel momento diventano virali e tanti le postano con commozione alimentando l’opposizione a Israele. Che è comprensibile, con quello che sta succedendo, ma che rappresenta pur sempre un falso; un falso umanitarismo.

 

Nel sito citato scrivono:

 

“Mi riferisco invece qui a tutti gli attivisti delle reti di solidarietà della società civile, ai politici, agli scrittori e agli artisti che da anni sono rimasti in completo silenzio: il fatto che si siano mossi oggi ci ha ricordato che sono ancora in vita, e che si commuovono di fronte ai bambini uccisi dai bombardamenti aerei (....) a beneficio di costoro in particolare, incapaci di commuoversi di fronte al cadavere di un bambino ad Aleppo e che si sciolgono invece in lacrime per un bambino come lui a Gaza, è utile mischiare le fotografie, così da fargli credere che le immagini di morte ad Aleppo provengano da Gaza e che gli aerei assassini di Asad siano israeliani”.

 

Credo che sia la peggiore accusa di ipocrisia che venga rivolta ai manifestanti nostrani (ovviamente non a quelli palestinesi che ne hanno tutti i diritti).


Se manifesti contro ogni barbarie sei un pacifista, altrimenti sei un po’ fasullo.

Io la vedo così.


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