La tua analisi, nelle sue linee di fondo, è condivisibile, però trascura di considerare alcuni elementi fondamentali della realtà contemporanea.
L’Unione Europea, quali che siano le forze e gli interessi che hanno maggiormente concorso a crearla e che la mantengono, fino a che esiste garantisce l’assenza di guerre tra le nazioni europee. Questo è importante perché la guerra in un sistema capitalistico è il classico strumento per la resa dei conti e il riequilibrio tra centri di interesse economico contrapposti, per l’apertura di nuovi mercati, per l’azzeramento delle conquiste dei lavoratori, che impiega i lavoratori stessi come carne da cannone. In tal senso la UE rappresenta oggettivamente una difesa delle classi subalterne.
E’ vero che l’area di libero scambio è un formidabile strumento nelle mani delle imprese per mettere in concorrenza tra loro i lavoratori e ridurre al più basso livello sia i loro diritti che i loro redditi, ma è anche vero che questo rende più facile, anzi: obbligatoria, l’unione delle forze del lavoro contro lo sfruttamento. Se il Capitale ha superato, grazie alla UE, le barriere nazionali, nulla impedisce che anche il movimento dei lavoratori lo faccia. E questo è positivo.
In altri termini la UE rende possibile la creazione di strumenti come i sindacati europei, o i partiti politici che rappresentino i lavoratori europei, che altrimenti sarebbero stati impraticabili in una Europa divisa dalle barriere nazionali.
Se le imprese diventano sovranazionali lo stesso dovrebbero fare sindacati e partiti dei lavoratori, e questo innalzerebbe e diffonderebbe la coscienza di classe oltre i limiti angusti ed egoistici della dimensione nazionale.