Argomento e articolo molto interessanti, grazie per aver
scritto.
Io ho diversi dubbi: da
una parte l’autodeterminazione mi appare qualcosa come un "diritto
naturale", dall’altra mi appare come un "problema mal posto", in
quanto trascura il mondo circostante e le conseguenze dell’autodeterminazione.
Esempio banale:
l’autodeterminazione dei popoli. E’ un principio che ereditiamo dal
risorgimento e dal colonialismo, che però si applica malissimo alle situazioni
attuali. Solo nel caso degli abitanti delle Falkland mi sembra indiscutibilmente
giusto. Quasi sempre oggi l’autodeterminazione di un popolo implica la
negazione di almeno un altro. Vedi il caso degli arabo-islamici palestinesi
che si arrogano il diritto di definirsi "palestinesi", come se non lo
fossero gli altri che vivono in palestina : ebrei (di razza o di religione),
atei, cristiani, buddisti, arabo-islamici non nazionalisti e/o non sunniti.
Esempio meno banale: l’autodeterminazione
di competenza-conoscenza.
Il protestantesimo ha affermato -incontestabilmente- il
diritto individuale di leggersi ed interpretare la bibbia, senza la mediazione
di un prete. La società però vieta -giustamente- a chi è impreparato di fare il
medico o il costruttore di case, ponti ecc; ci sono ambiti in cui quella linea
di confine è molto più discutibile: è giusto che chi non ha competenze economiche sostenga teorie
malfondate come quella del "signoraggio bancario"? è giusto che chi è
schiavo di sottoculture, crede alla TV , agli oroscopi e ai maghi si possa proclamare
"cittadino" e abbia diritto di voto come un "vero"
cittadino? e chi è schiavo di droghe? e chi lo è di religione?
Acquisite le dovute competenze, l’autodeterminazione professionale è -giustamente- un diritto
civile individuale acquisto, ma oltre ad offrire un "ascensore
sociale" teorico ha provocato gravi disagi sociali ed economici: figli di
artigiani, di contadini e manovali che hanno respinto il loro "ruolo
sociale", di cui la società avrebbe bisogno, che hanno studiato ed
acquisito competenze di cui la società ha poco bisogno e che riserva a certe
oligarchie.
Esempio non banale e attinente all’articolo, cioè l’autodeterminazione di genere e sociale:
una coppia omosessuale si autodetermina come " genitori"; ma se
agisce per diventarlo (con adozione o con fecondazione o altro) invade molto pesantemente la determinazione
e la vita dei propri "figli".
Concordo che la negazione delle autodeterminazioni comporta
delle "normalizzazioni", ma io ritengo che qualche compromesso fra il
diritto di autodeterminazione e i diritti degli altri debba essere accettato:
nell’articolo si accenna al diritto di disporre delle proprie eredità, e io
trovo giusto che in Italia quel diritto venga limitato -non negato totalmente!-
con quote di "legittima eredità familiare"; trovo anche giusto che
quelle quote legali vadano riviste, ma considererei inaccettabile la totale
deregulation. Del resto, in nessun paese civile è consentito ad un individuo di
"autodeterminarsi" liberamente come ladro o come assassino; vorrà
dire che qualunque patto sociale limita
le scelte individuali ?
GeriSteve