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Commento di

su Identità di genere: perché fa tanta paura?


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5 agosto 2013 20:35

Era esattamente il senso della citazione: la libertà è avere la possibilità di non essere costretti a scegliere. Perché se l’orientamento sessuale e l’identità di genere non si scelgono, ci si può ritrovare costretti a scegliere, da vincoli sociali o mancanza di serenità introiettate, se vivere il proprio orientamento sessuale o reprimerlo (questa è una scelta) o a dover manifestare le caratteristiche di uno dei due generi, proprio il binarismo che Lei osteggia. Non essere bianco o nero, ma dover vivere, mostrarsi come bianco o nero perché gli altri attorno richiedono una posizione netta a riguardo.


Se l’orientamento e l’identità di genere non si scelgono, la libertà vera sta nel poter scegliere cosa fare nella pratica senza subire pressioni, o addirittura rifiutarsi di dover scegliere per forza, se lo si preferisce. 

Cito dal Suo articolo:

"Il cattolico non è abituato e non vuole scegliere, vuole essere costretto per non assumersi responsabilità, non avere rimpianti, rimorsi e recriminazioni."

Il cattolicesimo come scappatoia per non dover scegliere e quindi non assumersi responsabilità? Esiste una responsabilità anche più grande, commisurata alla libertà che permette: invece di delegare la propria scelta ad altri, rifiutarsi di scegliere. E’ per caso obbligatorio? Eppure è un’opzione che raramente viene indicata, perché non è proprio prevista dalle logiche binarie. In/Out, On/Off, Bianco/Nero. Tutto ciò presuppone che si debba scegliere e il cattolico, a seguire il suo articolo, si limita a delegare ad altri. 

Ma anche decidere in proprio, senza delegare, può in alcuni casi essere una costrizione. Se si decide di uscire dalla logica binaria, ma sul serio, esiste il Bianco/Nero/Perchédevodecidere?

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