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Commento di GeriSteve

su Andreotti, il Richelieu della politica italiana. Intervista agli autori del "Divo Giulio"


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GeriSteve 8 maggio 2013 00:10

Le interviste contengono molte informazioni interessanti ma, come il film "il divo", il tutto mi sembra un depistaggio da quello che è il punto sostanziale.

La sostanza è che la CIA (allora: la parte destrorsa dello OSS) ha deciso che la guerra contro Hitler doveva essere bilanciata con una serie di garanzie contro il pericolo del comunismo, particolarmente in Italia.
Per questo la CIA si rivolse al Vaticano, cioè al papa Pacelli e a chi lo aveva sostituito nei servizi segreti vaticani, cioè a Montini.

Probabilmente furono loro ad indicare l’altro, necessario , alleato : la mafia.
La liberazione di Lucky Luciano non è servita allo sbarco in Sicilia, ma ad avere il sostegno della mafia in funzione anticomunista: il primo risultato lo si vide in USA: il sostegno diretto ed esplicito della mafia a Truman.
La repubblica italiana è nata da questo patto a tre, che forse lo si può chiamare anche "un patto a quattro", perchè -via Stalin e accordi di Yalta- coinvolse indirettamente anche Togliatti.
Il secondo risultato lo si vide quando il Vaticano impose un suo uomo come controllore del De Gasperi, sospettato di eccessiva solidarietà con i comunisti: come controllore di De Gasperi venne scelto Giulio Andreotti, che fino allora era stato il segretario di padre Morlion (Pro Deo), cioè il direttore dei servizi segreti vaticani.
Il risultato è che con l’armistizio l’Italia firmò il famoso protocollo (tuttora segrerto) in cui dava garanziae ai mafiosi in quanto "amici degli USA", che Andreotti entrò nella costituente e che De Gasperi ricevette e accettò il famoso assegno da Truman in cambio dell’allontanamento definitivo del PCI dal governio d’Italia..
Andreotti svolse bene, molto bene, il suo ruolo di garante della destra USA, del Vaticano e della mafia e, all’interno di quel suo ruolo si ritagliò clientele e spazi di potere personale.
Il punto sostanziale, e che non trovo nell’articolo, è che quel ruolo era già stato deciso da Vaticano, CIA e mafia a prescindere da Andreotti: lui fu scelto come valido interprete e interpretò benissimo. Per questo, e non certo per meriti personali, fu mandato alla difesa e a dirigere esercito, carabineri e SIFAR quando l’opzione era quella del golpe.

La grande intelligenza, la furbizia, l’imperturbabilità e la capacità da grande statista attribuite ad Andreotti non derivano da sue qualità personali, ma dal fatto di avere le spalle e il culo ben coperti da quei poteri superforti: Vaticano, DC. stato, CIA, mafia e, in un certo modo, anche del PCI, che sapeva bene e taceva.

Ripeto: Andreotti svolse benissimo quel ruolo, ma non fu lui ’autore della sceneggiatura.
GeriSteve


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