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Commento di alride

su L'Africa, il Papa e i preservativi


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alride 19 marzo 2009 12:42

Credo che la chiesa non sia distante soltanto dalla realtà del Continente nero.
In tale contesto geografico, certamente, la curia di Roma è distantissima.
Ma è distante dal rispetto della vita umana e delle sofferenze dei malati.
Questa è la verità.
Un atteggiamento irresponsabile ostacola gli sforzi compiuti dalla comunità internazionale, e da molti governi africani, per contrastare l’AIDS.
Tutti, in sede scientifica, (ma anche nelle famiglie italiane le madri raccomandano alla propria figlia l’uso del preservativo), affermano che per contrastare il terribile morbo, le mucose dei partner che compiono l’atto sessuale non devono venire in contatto.
Nella cornice africana, essendo l’HIV diffusissimo e la pratica del sesso libera e disinibita, non ricorrere al "cappuccio" dell’organo maschile significa creare uno spaventoso moltiplicatore di contagio.
A questo punto è d’uopo una domanda: i sacri prelati (che il preservativo lo usano) non sono al corrente delle dinamiche descritte nell’articolo e da me riprese?
La risposta è si, ovviamente.
Tuttavia prevale l’ipocrisia a sostegno di una anacronistica interpretazione della morale e del dogma (concetto su cui dovremmo scrivere tantissimo) che, sempre nella storia della chiesa, è stato uno dei cavalli di battaglia del clero cattolico per demonizzare il sesso.
Fortunatamente oggi la chiesa di Roma è meno libera di fare danni, almeno in Europa, ove esiste una legislazione ed una classe politica meno succube e sensibile al diktat ecclesiatico.
Di contro in italia, su molte tematiche, quali la vita e la morte ed i diritti civili, da piazza S.Pietro vengono emessi proclami e inviate intimidazioni ai politici italiani; questi ultimi, che a fini elettorali farebbero e fanno qualsiasi cosa, compresa la collusione con il fenomeno mafioso, fanno proprio il messaggio che blocca il Paese su posizioni di retroguardia squallide e pericolose.
Possiamo affermare che, nel caso in esame, in Africa è stato commesso un crimine contro l’Umanità?
E’ il caso di sottoporre tale aspetto alla comunità giuridica, per intraprendere le opportune azioni che risultassero percorribili in sede internazionale?
Nel nostro paese credo sia ora di affrontare, una volta per tutte, il problema dei rapporti tra Stato e Chiesa.
E’ ammissibile la richiesta di referendum popolare per abolire il cosiddetto "Concordato"?
Chi può sostenere che la Chiesa cattolica non possa scomparire, visto che è nata successivamente alla comparsa dell’uomo sul pianeta?


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