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Commento di

su Il limbo dei conviventi: senza diritti se non sposati


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28 luglio 2012 18:49

Analizzando la situazione con calma, come ha fatto giustamente il signor Riva prima di me, si può arrivare alla conclusione che non ci sia in fondo nulla di strano o ingiusto in tutto questo... Può essere triste, questo sì, ma... non è che si possano fare leggi personalizzate per ogni individuo, o a seconda dei casi e delle varie sfaccettature emotive! Concordo con il signor Renzo Riva: non esistono due specie di diritti, uno per il cittadino etero e uno per il cittadino gay, ma esiste solo il diritto del cittadino.

In altre parole:

- se la coppia è eterosessuale: può essere l’amore più grande del mondo, ma se così è PERCHE’ dopo un ragionevole periodo di tempo, in cui si è consolidata la certezza dei sentimenti reciproci, NON LEGALIZZARE L’UNIONE??? Mi si potrà rispondere, ad esempio, perchè magari non ci si può sposare per non perdere privilegi economici (reversibilità di coniugi defunti, mantenimenti di ex coniugi ecc.), o perchè non si è ancora chiesto il divorzio per motivi diversi. Bè ma che volete, la botte piena e la moglie ubriaca?? Se si sa già in partenza che esistono questi "impedimenti", raggiunta la consapevolezza del sentimento occorre semplicemente fare la scelta che tuteli quella che è la priorità della propria esistenza (la persona amata o l’assegno mensile)! Non si può tenere il piede in due scarpe. O se proprio lo si vuole fare, bisogna accettarne le conseguenze: mi sembra non sia altro che una questione di maturità. E poi, mica detto che l’unione civile debba essere un evento "con pubblico": lo si può fare tranquillamente come 4 persone che vanno in municipio vestiti come per andare a pagare una multa del vigile, ma che invece mettono una firma per dire "mi IMPEGNO a tutelare legalmente chi amo davvero". Se uno non è in grado psicologicamente di sostenere un tale "peso", forse l’altro dovrebbe chiedersi se chi ha scelto di amare sia una persona affidabile e matura. E se la risposta è no... o si prende in considerazione un contratto patrimoniale o si lascia perdere tutto. In entrambi i casi... problema risolto.

- se la coppia è omosessuale: dice bene anche questa volta il signor Riva. Liberi di amare chi si vuole. Si ha tutto il diritto di chiamarlo Amore, come e anche più di quello di una coppia etero, ma questo non cambierà mai la (seppur dura) realtà: due persone dello stesso sesso non saranno mai in grado di unirsi biologicamente per generare un figlio. Non avranno mai nemmeno possibilità scarse, ipotetiche o vicine allo zero come una coppia etero e sterile, per esempio. E’ la natura che lo stabilisce. Potranno SENTIRSI una famiglia come e anche più di una coppia etero, ma per definizione non lo sono. Quindi per tutelarsi legalmente in caso di morte di uno dei due, dovranno scegliere altre strade: quella che sceglierebbero consapevolmente due cittadini singoli qualunque uniti da un sentimento nobile e profondo.

Il matrimonio è un negozio giuridico, ma non un contratto perchè la natura dell’accordo tra i coniugi NON E’ PATRIMONIALE. 

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