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Commento di Francesco Finucci

su Italia: è allarme genocidio...


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Francesco Finucci Francesco Finucci 12 luglio 2012 00:19

Esiste una responsabilità per le parole che si utilizzano, e questa responsabilità è di fronte alle conseguenze che esse creano. Porre nelle mani di un popolo piegato da una recessione più grave di quella del ’29 è, in virtù di tale responsabilità, un uso criminale. Senza esagerazioni. Le parole hanno un peso e non hanno difficoltà a trasformarsi in pallottole nel momento in cui qualcuno spinge contro una fantomatica casta atta ad adattarsi a qualsiasi individuo che possa essere considerato un nemico. Che si parli di casta, di grassi banchieri o di crucchi intolleranti non si fa che alimentare la violenza che giace latente in ogni paese. E’, in definitiva, linguaggio da schiavi. In una tale situazione si dovrebbe avere la grazia e la dignità intellettuale di pesare quello che si dice, e non offrirsi come la brutta copia del brechtiano "tutti vedono la violenza del fiume in piena, nessuno quella degli argini che la costringono". Perché gli argini solitamente finiscono nelle fosse comuni, senza che nessuno abbia la grazia di chiedere scusa. Facciamoci il favore di evitare una rivolta


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