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Commento di Renzo Riva

su Uranio impoverito: l'incubo dei soldati italiani


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Renzo Riva Renzo Riva 7 luglio 2012 02:37

A Geri Steve riconosco di essere disinformato

per cui lo scuso in anticipo per tutte le stupidaggini che qui ha scritto.

L’Uranio depleto o impoverito che dir si voglia, si utilizza normalmente dove viene richiesta una grande massa in un piccolo volume ovvero una densità altissima che, per il materiale considerato, è pari a circa 19 kg/dm^3 e che viene utilizzato pure nei piani di coda degli aerei civili e militari, nelle chiglie di taluni natanti ed ultimo nei proietti anticarro, dove è necessario ottenere elevatissima energia cinetica affinché l’impatto conseguente produca sicure perforazioni con produzione di calore tale per cui gli uomini, in un interno di un carro armato, vengono carbonizzati all’istante.
Un tempo si poteva assistere anche ad un particolare sobbalzo dello stesso carro armato con distacco della torretta girevole, dovuto all’esplosione del materiale d’armamento a bordo e che venne poi evitato ponendolo in un deposito realizzato in un’altra camera ad essi riservata.

La Nato diede un rapporto sulle precauzioni a cui doveva attenersi il personale, che si trovasse ad operare in zone dove si utilizzavano proietti con l’Uranio depleto, all’allora presidente del consiglio D’Alema; che lo mise in un cassetto è lì giacque e morì.

Di conseguenza alcuni incauti operatori sui campi di battaglia vennero in contatto con tali proietti che non avessero colpito l’obiettivo ed in assenza di tutte quelle protezioni tipiche della guerra NBC (nucleare, biologica, chimica) che erano imposte dalle direttive Nato chiuse nel cassetto dianzi detto.

Gli operatori devono aver manipolato ma in seguito pure portato alla bocca particelle di polveri o altro, le sole che ingerite possono dare origine a sintomatologie proprie e di un conseguente quadro clinico, di malattie correlate alla radioattività.

Serve dire altro.
Malati e morti evitabili che qualcuno deve portarseli sulla coscienza
per l’incuria ed il disprezzo dell’altrui vita forse considerati solo della "carne da macello".

Renzo Riva

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