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Commento di giorgio

su Un manifesto della fede cristiana


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giorgio 24 febbraio 2009 15:14

 

Fabrizio, ti sei buttato su questo argomento con tutta la passione di un Savonarola. E hai toccato,tra gli altri, un tema delicato: quello del potere delle istituzioni nella chiesa e della chiesa e dell’uso che ne viene fatto.

Purtroppo la seduzione del potere è forte. Tu parli delle crociate, lasciami fare un passo indietro: nel 1054 si consuma il grande scisma nella chiesa: Oriente ed Occidente cristiano si scomunicano a vicenda e sulla base di cosa? Sulla base di nulla o quasi che non sia il potere. La quarta crociata, nel 1204 mette a ferro e fuoco la cristianissima Costantinopoli massacrando e rubando sulla base di cosa? Della lotta a chi?... Non si voleva forse, sotto sotto, riunire con la forza la cristianità divisa nel segno di Roma?

Ritengo però che dobbiamo stare attenti a non perderci in quella che ritengo una seduzione del maligno.

Ma torniamo al cuore del problema: l’amore in senso cristiano; totalizzante quanto difficile da vivere. Quell’amore che dovrebbe ispirare la vita quotidiana del cristiano…

Su questa strada ti seguo. In fondo, questo dell’ amore è l’unico legame che può unificare i popoli sulla terra anche in senso politico (e portare la pace). Il cristiano in questo senso deve essere artefice, non succube. Essere impegnato ma con attenzione a non essere fagocitato o sedotto da certe logiche della politica…

Certo la Chiesa, come istituzione non sempre è stata portatrice di questo messaggio d’amore, anche se ultimamente un papa ha sentito con molta umiltà il bisogno di chiedere perdono per l’amore tante volte negato…

“La dinamica della fede è il desiderio” hai detto. Tutte le dinamiche dell’affettività dell’uomo sono mosse dal desiderio, importante è saper orientare questo desiderio. L’uomo deve avere avanti a sé la giusta visione del percorso da seguire. Si tratta in fondo di “camminare nella luce” (v. 1 Gv-1, 7) come hai già citato. Questo è il compito della Chiesa come istituzione: traghettare l’uomo!

Più l’uomo ri-esce dal proprio io e più si ritrova nel suo prossimo. E’ la legge dell’amore che si può anche inserire in un contesto etico, senza dimenticare però che la legge morale l’hanno scritta gli uomini, quella dell’amore ci è stata rivelata da Dio… con un respiro eterno.

La Chiesa nelle sue istituzioni ha questo compito.

Per quanto riguarda la liturgia ed il rito, nel percorso memoriale sono il veicolo per indirizzare quel desiderio di cui abbiamo parlato. Sono imprescindibile nutrimento al cammino su quella montagna delle difficoltà giornaliere verso quell’incontro che nel nostro immaginario avviene Lassù.

Noi affrontiamo la salita nella speranza che Lui ci venga incontro…

Vivere l’amore nel quotidiano, con umiltà, questo credo sia il grande, unico segreto.

Tanti sono gli esempi a cui attingere e, come aggiungeva don Mario,…”anche se non possiamo essere tutti dei san Francesco”!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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