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Commento di

su Troppi suicidi. La vita va vissuta. Anche se a volte è davvero infame


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7 aprile 2012 16:12

Vincenzo, mi hai disgustato.
Ho 50 anni, sono disoccupato. Vivo grazie alla pensione di mia madre, attorno a me è tutta terra bruciata, non esiste più il lavoro (inteso come pagato, salariato) e quel poco che c’è va scemando, non ci sono prospettive per il futuro. Capisci quest’ultima frase? "NON ESISTONO PIU’ PROSPETTIVE PER IL FUTURO". SInceramente per me il suicidio è un’alternativa plausibile.
Sono stanco di discorsi pieni di demagogia; mi dici di andarmene? Non me ne frega niente! Dimmi "dove" devo andare.
Tu almeno anche nel precariato una speranza te la ritrovi, due spiccioletti ogni tanto entrano, ma io (e quelli come me)?
Cosa ne sai di come si sente chi si ritrova finito quando avrebbe ancora molto da dare? Cosa ne sai di chi ha un po’ di orgoglio perché ha costruito una piccola attività dove ci ha messo il cuore e la vede perduta? Cosa ne sai di chi ha un bricciolo di coscenza nei confronti dei propri dipendenti e gli si stringe il cuore a dover dire loro: "stai a casa"? Cosa ne sai tu di come ci si sente quando ci si accorge che tutte le porte sono chiuse? Pensi che sia davvero un gesto superficiale il suicidio? Hai mai pensato quanto coraggio ci va a vincere il maturale attaccamento alla vita?
Cosa me ne faccio di un punto di vista ottimistico? La realtà è questa e vederla con ottimismo non mi aiuta a risolvere i miei problemi. Parlo di "risovere" non di sopportare. E che non mi si venga a dire di soluzioni per "domani", ho bisogno di soluzioni "ieri" non domani, domani non ci sarò più, ieri dovevano arrivare.

Davide


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