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Commento di

su Lettera di un francese: "Vi dico come vedo l'Italia"


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1 marzo 2012 16:43

Anch’io sono in qualche modo uno straniero in Italia. Figlio di immigrati italiani in Belgio sono arrivato da adulto (30 anni) in questo meraviglioso paese… peccato che sia pieno di italiani! Voglio dire che questo popolo, dopo essere stato un faro culturale in Europa fino alla seconda guerra mondiale, ha subito una declino straordinario che l’ha ridotto  a brandelli. Ora, all’estero, si fatica a dirsi italiano perché significa passare per poco affidabile, cialtrone, bugiardo e ignorante. Come sia successo, non l’ho ancora capito ma comunque, penso che sia troppo forte il peso del Vaticano in questo paese, e la mentalità è ancora quella del suddito dello Stato della Chiesa. Lo Stato italiano non è mai diventato veramente uno stato di diritto, l’uomo medio non conosce i suoi diritti e nessuno ne rivendica il rispetto. La relazione dell’italiano con il potere è sempre impostata sulla richiesta del favore più che sulla rivendicazione di un diritto. Come una volta si andava dal prete, ora si va dal boss o dal politico di turno. E poi c’è l’omertà, la paura di criticare l’altro perché le reazioni sono spesso violente, imprevedibili. Il feudatario, il vescovo o il potentato locale non si critica mai, tutt’al più si corteggia, si adula, si vezzeggia, si serve… Si, un popolo di servi siamo diventati e scusate l’offesa, ma sono molto amareggiato.


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