• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile


Commento di

su Forconi: l'analisi di uno storico


Vedi tutti i commenti di questo articolo

21 gennaio 2012 23:00

Forconi: analisi di uno storico…fanno vittimismo.

 

Quando si parla di storici di professione bisogna convincersi che si tratta di persone che la storia la leggono e non la fanno.

Giuseppe Casarrubea, storico di fama, indagando sui forconi viene a scoprire che il forcone non rappresenta un simbolo del lavoro, neanche lontanamente, semmai è uno strumento per porgere da mangiare agli animali, dice, e magari, se indaga ancora, potrebbe rivelarci una versione riveduta nella quale esso veniva usato come forchetta dai Ciclopi, che la fabbricavano e la usavano nella fucina dell’Etna, non per dare da mangiare agli animali ma per fare spaghettate.

I contadini, che usano il forcone per alzare le balle di paglia e di fieno, non ci stanno, specie quando pensano che un tempo, esso veniva utilizzato nelle aie di tutte le fattorie, in campagna, dopo la “pesata” delle spighe di grano, per fare la prima “spagliata” che, con l’aiuto del vento, avveniva la separazione del grano dalla paglia.

Come si è potuto dimenticare di Spartacus, “lo schiavo che sfidò l’Impero”, il Gladiatore che usò il forcone e la rete, sostenuto da mandriani, pastori e schiavi e che vincolò Roma nella più impegnativa delle guerre servili. La cosa più brutta, esteticamente parlando, è che il forcone fa parte della icona del “diavolo”, tenuto nella mano destra, strumento del demonio, che il Dio del mare Nettuno pare avergli rubato, evitando così di chiamare indemoniati coloro i quali lo usano, come ai tempi degli inquisitori.

Su cos’altro indaga Casarrubea? Sul fatto che la protesta dei forconi e di forza d’urto poggia sull’istinto dei partecipanti, cosa che al giorno d’oggi non è ammissibile, se si pensa alle rivoluzioni del secolo scorso. Ma come non vi accorgete che non avete un capo per indicarvi la strada da percorrere? Il vostro spontaneismo non va! Ignoranti, avete dimenticato di leggere Marx, lo ha fatto anche il mio professore, quando ha applicato le teorie marxisiste in letteratura ha dovuto cambiare gli strumenti tecnici, cioè? “La penna ad inchiostro con la penna a biro”?

Non vi accorgete che questa è una vulgata, dice il Professore, questa è anarchia, ma poi con chi ve la state prendendo? Non c’è la controparte, volete fare separatismo? Volete fare i “malandrini”, come i Vespri Siciliani? Rendetevi conto che state facendo cose da “picciriddi”, perché è cosa da “picciriddi” bloccare lo stretto di Messina! Poi questo simbolo della trinacria che c…mi rappresenta? Non ha niente a che vedere coi simboli dell’Italia. Scusi Professore, Lei sta pensando a Romolo e Remo che allattano dalla lupa? No, io penso che questi fanno vittimismo e non perché manca loro il latte ma perché non sanno, come mi diceva il mio insegnante, chi è Marx. Questi “inciuciano” con forza nuova e con la destra e poi, quella testa a tre gambe mi fa paura. Mi scusi Professore, ma Marx dice che le rivoluzioni vengono fatte dai popoli e i colpi di Stato dalle destre! Si, ma a me questa storia non piace, noi che non abbiamo nè forca e nè forconi paghiamo per loro? Già, quando queste giornate passeranno alla storia, caro professore, ci faccia sapere chi avrà pagato il conto. Visto che l’assenza di Marx ha creato un vuoto, anziché lasciare i siciliani soli, circondati da tutte le destre in cerca di spazio e da tutte le mafie, chiami la sinistra latitante o, se vuole, tutte le sigle della nomenclatura a svolgere il proprio ruolo e il proprio dovere, per rompere queste catene che imbrigliano il popolo siciliano e riscattare la dignità di tutti, già compromessa da diverso tempo.

 

 Franco Santangelo


Vedi la discussione






Palmares