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Commento di Kaysersose

su Il Giorno della Memoria: per non dimenticare


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Kaysersose 1 febbraio 2009 21:39

La memoria

In questi giorni molti parlano di "giorno della memoria" quando invece preferiscono praticare lo strabismo, volgendo lo sguardo su fatti remoti per evitare di guardare la realtà di oggi. A cosa serve la memoria se non riconosce la barbarie quando essa si ripresenta?

Io una risposta ce l’avrei: si parla di memoria per praticare invece qualcosa di analogo ai "due minuti di odio" raccontati da Orwell in 1984.

«Un fastidioso stridore, come di una macchina non ben lubrificata, si fece sentire con uno scoppio dal grande teleschermo in fondo alla sala. Era un rumore che faceva drizzare i capelli in capo. I due minuti di Odio erano cominciati.

«Come al solito, la faccia di Goldstein apparve sul teleschermo. (...) Era il rinnegato, l’apostata, che, molto tempo prima, era pure stato fra i dirigenti del Partito, ma s’era poi dato ad organizzare attività controrivoluzionarie. (...) Era stato il supremo traditore, tutti i delitti che erano stati commessi in seguito contro il Partito, tutti i tradimenti, gli atti di sabotaggio, le eresie, le deviazioni erano sorti direttamente dal suo insegnamento. (...) La sua faccia sembrava quella di una pecora, e dal teleschermo sferrava il suo solito, velenoso attacco alle dottrine del Partito.

«(...) Prima ancora che fossero passati una trentina di secondi d’Odio, incontrollabili manifestazioni di rabbia ruppero fuor da una metà del pubblico nella sala.


«(...) Durante il suo secondo minuto, l’Odio arrivò fino al delirio. La gente si levava e si rimetteva a sedere con gran rimestio, e urlava per coprire quella voce maledicente che veniva dallo schermo. La bruna della fila dietro urlò “Porco, Porco, Porco”, afferrò un pesante dizionario e lo scagliò sul teleschermo. (...) Una estasi mista di paura e di istinti vendicativi, un folle desiderio di uccidere, di torturare, di rompere facce a colpi di martello percorreva l’intero gruppo degli astanti».

Così mostrando un nemico fittizio si fa volgere la testa verso pericoli immaginari e si devia l’attenzione dal mattatoio di Gaza.
 


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