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Commento di giacomo

su Mia analisi sulle Elezioni in Abruzzo


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giacomo 17 dicembre 2008 15:14

Siamo alla fine.

Il pd si mostra per quello che è.
Dopo la sconfitta delle politiche 2008 il pd continua a sbagliare.
Dopo l’ennesima sconfitta in abruzzo.
Il PD, invece di imparare qualcosa da quella sconfitta e di aprirsi alla gente, si chiude a riccio, il PD diventa ed è come un convento di clausura (con tanto di rispetto per le suore che, prendendo i voti, scelgono di vivere in solitudine in ambienti appartati, lontano dalle persone laiche) un partito che invece di includere, cosi come dice a parole, fa di tutto per escludere, anziché aggregare e unire, divide e allontana dal partito.
Perché, è importante non votare più il pd.
E’ IMPORTANTE PER INDURRE A RIFLETTERE E PER CONVINCERE I DIRIGENTI A RISOLVERE LE TANTE COSE CHE NON VANNO NEL PD .
1) La leadership
2) Le lotte clandestine interne al pd
3) Il pd nel panorama europeo dove si colloca, non si sa
4) Le strategie per radicare il partito nel paese,
5) Decentralizzazione del partito
6) Autonomia territoriale
7) Un partito moderno e snello: non FUNZIONA niente.
 
"Per non dare un voto ad un partito che a livello nazionale e locale se ne frega della gente, che calpesta la democrazia, che non tiene in alcuna considerazione il loro giudizio e le loro istanze.
Perché l’aderirvi non vi garantisce il rispetto di manifestare le proprie idee i vostri diritti di elettore e di militante .
No perché, il PD non ti permette di pensare e costruire un mondo migliore, la loro unica aspirazione “primaria” è quella di servirsi della politica, una politica che ha come unico impegno, quello di non cambiare nulla, non cambiare la realtà clientelare di epoca democristiana, anzi, di alimentarla in maniera più spregevole, una politica nazionale e locale che non parte dalla strada o dal proprio quartiere, non parte dai bisogni reali collettivi, ma dai propri egoistici interessi!
Il pd non sarà mai un partito forte e radicato;
 
radicato e capace di essere presente in ogni dove, nelle scuole, negli atenei , nei posti di lavoro, partendo da un vero e reale cambio generazionale;
un partito in cui i giovani possono essere un pezzo di società italiana, che più concretamente può far vivere e dar corpo a un progetto politico autentico e rinnovatore.

Non è più gradevole e possibile assistere nel 2008 alle liti interne al PD tra IL LEADER MAXIMO e Walter, sembra come tornare indietro ai tempi del p.d.s , cioè 1994, siamo fermi a 14 anni fa.
Questa è la nuova dirigenza del PD: litigiosa e inconcludente, il duello per la “leadership” tra D’Alema-Veltroni sembra essere l’unica cosa che interessa al PD, infischiandosene della crisi economica e della “congiuntura”, gli elettori del PD devono assistere impotenti alla ennesima sfida tra dalemiani e veltroniani, senza tener minimamente conto del fatto che nel frattempo nel partito sono confluiti anche gli ex popolari e la margherita, chi se ne frega, tanto questa è “ cosa nostra”.
Una sfida tra oligarchi, se tutto si ridurrà a una lotta tra D’Alema e Veltroni, il pd è destinato al fallimento, una semplice continuazione dei ds, un disastro, un progetto di autosufficienza di governo tanto declamato da Veltroni anch’esso destinato al fallimento.
E’ sotto gli occhi di tutti, l’obiettivo di Maximo è quello di costituire delle correnti interne attraverso la nascità di fondazioni culturali, logorando lentamente la poca credibilità di Walter, gli atteggiamenti inqualificabili di molti “servi schiocchi” di Maximo, in particolare il parlamentare del PD Nicola La Torre mentre passa in diretta televisiva il “PIZZINO” ad un parlamentare di destra, questa è la prova inequivocabile del malessere diffuso del PD, che non ha ancora sbollito e digerito la sconfitta alle politiche da parte del cavaliere.
La Torre un dalemiano che inciucia con “Bocchino” per far sfigurare un alleato (Bonelli dell’Italia dei Valori) in diretta tv... giudicate voi... questi sono quelli che vorrebbero governarci e rappresentarci?
Un paradosso, considerato che Veltroni alle politiche 2008 scaricò i compagni Bertinotti e Diliberto per allearsi con il caro Tonino nazionale (simpaticamente chiamato da D’Alema “il portavalori”), che prontamente ha approfittato dell’opportunità occupando lo spazio lasciato libero dalla sinistra estrema, per dirla alla Veltroni, sinistra vera per altri.
Possiamo proseguire citando un altro caso clamoroso, Villari alla vigilanza Rai al posto dell’indicato Leoluca Orlando.
Il PD è nato male perché Veltroni decise di rompere con i compagni di rifondazione e comunisti italiani, oggi alleati per le elezioni provinciali di Taranto.
Questi dirigenti PD pensano, sbagliando, che i propri elettori, a seconda delle elezioni di turno, debbano seguirli sempre votando un partito, senza nessun viatico, senza progettualità chiare ed univoche, senza alleanze organiche, senza una leadership condivisa, senza una collocazione europea, (socialisti europei o riformisti europei? “questo è il dilemma”) senza radicamento sul territorio, senza autonomia territoriale.
Un partito centralista e ingessato, alla vecchia maniera.
Roma decide tutto, anche chi ci deve rappresentare a Palagiano, Taranto e in Puglia.
Continua ad essere un partito di burocrati, servi schiocchi, raccomandati, incapaci, tutte virtù all’insegna della “ meritocrazia”.
Con questi comportamenti il PD garantirà al PDL il successo per tanti anni ancora.
Per questo, molti giovani e vecchi militanti non voteranno il PD.
I cittadini Italiani, i pugliesi e i Palagianesi vorrebbero scegliere loro da chi farsi rappresentare: da donne e uomini di un Italia migliore, un Italia del domani e non di ieri.
Il sogno democratico è al fallimento, sfuma la possibilità in cui tanti credevano: dare vita ad un partito moderno e snello.

Tranne se si ritornasse a vecchie alleanze larghe sul modello Unione, che per molti sono l’unica soluzione, ed è una soluzione avversa all’impronta maggioritaria che Veltroni ha dato e vuol continuare a dare al “suo” PD.
Non vincere a tutti i costi, ma fare alleanze programmatiche ed evitare la fine che ha fatto Prodi, per ben due volte.
Un partito in cui finalmente ciascuno si senta a casa sua e non si viva da separati in casa, o peggio ancora da ospiti in un partito perennemente in transizione, dove albergano tante anime, per lo più perse.
Un partito allo sbando.
E’ naturale che non è tutta colpa di Veltroni, anche se lui ce la mette tutta per fare disastri.
Una valanga di problemi che travolge Veltroni e sicuramente schiaccerebbe chiunque alla guida di un partito con tanta storia e senza un futuro chiaro all’orizzonte.
Veltroni ha fatto tanti errori e non ha saputo consolidare la propria leadership, dopo il risultato bulgaro alle primarie di ottobre.
Anche perché, il comandante è indaffarato e preoccupato a tappare le tante falle di una barca che fa acqua da tutte le parti, dimenticandosi di indicarne la rotta.
La conseguenza è quella di avere un PD diviso e litigioso, debole politicamente e inaffidabile, un’ opposizione sterile e poco fruttuosa per il paese.
Purtroppo il segretario Walter non è in grado di dare corpo ai propositi e ai progetti proclamati nel discorso di Torino.
Al Lingotto ci ha fatto solo sognare.
Trionfatore nelle primarie, vinte perché non aveva avversari, in quanto gli avversari lo sostenevano, in attesa di impallinarlo.
Poi sono venute alla luce le “megastronzate” sul buon modo di amministrare la cosa pubblica nei comuni governati dal centrosinistra.
Nella capitale i Romani hanno detto no a Walter e a Francesco.
Poi, lo scandalo in Abruzzo con l’arresto del Governatore Ottaviano Del Turco.
Gli scandali della Regione Campania, con la spazzatura a occupare le strade.
Poi la crisi in Sardegna.
Le difficoltà in Basilicata.
Le inchieste in Toscana.
La sconfitta in abruzzo, con astensione record, che vede vincere il pdl.
Tutto questo con un partito lacerato da lotte tra big, che si contendono la guida di esso a colpi di fioretto e di sciabola senza esclusione alcuna, SIA A LIVELLO NAZIONALE PROVINCIALE E LOCALE.


un ex elettore pd....giacomo d.

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