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Commento di Rocco Pellegrini

su Scarcerati i genitori del piccolo Rocco


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Rocco Pellegrini Rocco Pellegrini 13 novembre 2008 00:39

Stefano anche tu scegli un nome per dire le tue cose e non il nome ed il cognome come farebbe una persona seria di fronte ad una storia così tragica come quella di cui stiamo parlando.
Forse lo fai per paura del tribunale ma se tribunale ci sarà riguarderà chi ci ha calunniato a mezzo stampa e non chi esprime il proprio legittimo parere in un amvbiente aperto come è Agoravox.
Poi vedremo cosa dirà la magistrature giudicante il cui giudizio sarà certamente la parola finale come si conviene in ogni stato di diritto.
Però non voglio sottrarmi a questo tuo giudizio molto netto perchè benchè ci siano degli aspetti privati, che neanche tu neghi, in questa storia ci sono anche delle problematiche generali sulle quali è legittimo qualsiasi parere che si sforzi di argomentare e non di demonizzare come hai fatto tu.
Metto da parte il fastidio della tua allusione ad una messa in maschera o ad una presa per i fondelli che hai visto nelle mie parole, mi interessa il merito del tuo ragionamento e ci vengo subito.
1)° Chi è il drogato?
>>Facci caso: nell’intervento del nonno la tossicodipendenza incallita del figlio vuol essere fatta passare per >>una malattia qualsiasi, giustificando in tutti i modi una persona che invece si è VOLUTA il destino che ha >>incontrato e dal quale ancora non riesce a venir fuori (se no non sarebbero "precari" i tentativi di cui parla il >>Sig. Rocco). Si cerca di dipingere un tossico come una povera vittima non si sa bene di chi o che cosa
Secondo me, lo ripeto, il drogato è un malato. L’idea che chiunque di noi sia un superuomo che può essere in grado di VOLERE tutto quello che gli accade è un ragionamento angusto che non regge ad un’analisi seria del problema. Io non voglio giustificare nessuno perchè il dolore ed i problemi che accompagnano la vita di un tossidipendente bastano da soli a mettere la persona di fronte alle proprie responsabilità. Dunque il mondo li condanna, nel lavoro, nelle relazioni, un pò in tutto perchè non riescono ad essere delle persone affidabili e mi sembrsa giusto che sia così soprattutto perchè la comunità ha il dovere di difendersi dal cattivo comportamento che spesso li accompagna. Tuttavia la domanda è: perchè queste persone non riescono nonostante tutti gli svantaggi che subiscono e vivono sulla loro pelle ad uscire se non in un numero limitato?
Seguendo il tuo ragionamento sembrerebbe dipendere dalla mancanza di volontà. Eppure ti posso garantire che molti di costoro ci mettono tutta la volontà che hanno. Guarda io non sono una persona "tenera" che non crede nella volontà, che si lascia andare, tutt’altro. A mio figlio più volte ed a più riprese ho reso la vita impossibile, soprattutto quando dipendeva da me strettamente, cioè quando era minorenne. Eppure nonsono riuscito, non siamo riusciti a vincere completamente la battaglia. Le ho tentate tutte, repressione forte compresa, ma la partita non è stata vinta al meglio. Lui ne è venuto fuori anche per lunghi periodi però alla fine ci è ricascato. Dunque che devo pensare? Che è malvagio? Che ha una natura perversa in se? No queste cose le lascio a quelli che credono nelle certezze assolute. Sono portato a pensare che ci sono persone che non riescono a trovare in se la forza per vivere normalmente sperando sempre che le esperienze molto amare della vita possano indurre un mutamento radicale e dunque defintivo.
2) Quello che successo
>> insomma si cerca di far credere che una coppia di genitori come quelli del piccolo Rocco sia la >>normalità...
Ma da dove prendi questa cosa? Quale normalità io avrei descritto? Io non ho nascosto i problemi di nessuno e meno che mai dei genitori di mio nipote. Ho anche riconosciuto, come è normale che sia che la morte di un bambino è una cosa molto grave sulla quale bisogna accertare la verità assolutamente come spero le analisi scientifiche siano in grado di fare. Cosa ho contestato in realtà? La brutalità di un intervento delle istituzioni che, infatti, è stato riconosciuto dal tribunale, attraverso la scarcerazione a soli 4 giorni dall’evento. E la speculazione dei media.
Comunque, concludendo, c’è un tono nel tuo intervento che non mi piace, che rassomiglia troppo alla cultura di San Patrignano, secondo la quale chi ha un tossico in casa deve accettare qualsiasi angheria, quasiasi comportamento perchè la colpa è sicuramente sua.
E no non ci sto. Non si perdono i diritti civili per tossicodipendenza e la caccia alle streghe fa parte del passato.
E se venisse fuori che il bambino è morto per cause naturali che diresti?
Se si fosse aspettato la verità sarebbe emersa limpida e non ci sarebbe stata questa triste discussione.
Ma questo paese ancora non ce la fa ad avere un pensiero moderno, non sbrigativo ed inclusivo, dunque ha preferito la caccia alle streghe.
Peggio per lor signori se questa volta hanno trovato delle streghe che invece di confessare hanno scelto di reagire e di non accettare il ruolo di capri espiatori.


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