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Commento di MiFra

su I quarant'anni del Sessantotto


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MiFra 13 settembre 2008 07:03

 Io nel 68 avevo 33 anni e in quell’epoca lavoravo alacremente. L’Italia era in pieno sviluppo e il benessere era diffuso. Fiorivano iniziative industriali di tutti i tipi in un paese senza debito pubblico e in una INPS che straripava di capitali che non sapeva come investire.
Con 15 milioni di lire potevi costruirti una villetta con giardino, compreso l’acquisito della terra.
I sindacati (in realtà pseudo sindacati) esistevano e intervenivano senza lo strapotere di oggi.
Poi è nato Potere Operaio, movimento non di operai, ma di studenti sindacalizzati capitanati da elementi di sinistra comunista, docenti e insegnanti per lo più, oppure funzionari del PCI fuoriusciti dal partito (poi rientrati pentiti a missione compiuta), gente che mai avrebbe lavorato con le mani e che la fabbrica l’aveva solo immaginata in negativo, gente pagata con le tasse di coloro che produceva realmente. 
Sono incominciate le ribellioni nelle scuole, fomentate occultamente dagli stessi docenti che aizzavano i figli contro la famiglia, contro la chiesa e contro tutte le istituzioni.
“Con quale diritto tuo padre ti chiede dove vai?, lui ti dice dove va? “ e ancora “Perché la scuola ti deve valutare dopo la frequenza delle lezioni? Il voto è un diritto uguale per tutti! Voto unico e Laurea e diploma assicurati per tutti! .. E ancora “ L’insegnamento nella scuola dev’essere a livello di tutti gli studenti, non soli per i figli dei professionisti, quindi adeguato sia il livello d’insegnamento affinché tutti siano promossi, senza ripetizioni in famiglia a da insegnanti pagati privatamente”
Gli scioperi incominciavano a imperversare e per imporli si formavano “picchetti” innanzi alle fabbriche con persone sconosciute tra i dipendenti e ingaggiate tra studenti e sindacalisti. Se i dipendenti si rifiutavano di scioperare si ricorreva alle minacce ai proprietari della fabbrica. “Fuori tutti i dipendenti o potrebbero essere arrecati danni agli uffici”: era la minaccia del sindacalista che si presentava alla direzione. I proprietari chiedevano ai dipendenti di scioperare, magari concedevano di recuperare al sabato le ore perse.
Le forze dell’ordine, i Carabinieri, avevano l’ordine di non intervenire, nemmeno su richiesta, per impedire la violenza dei picchetti.
Evidente che questo era un progetto mirato al preparare un colpo di stato con la rivoluzione: si dovevano scardinare le istituzioni. Nascevano le Brigate Rosse di sinistra, e la Rosa dei Venti di destra. Il Governo doveva passare da Centro Destra a Centro Sinistra, ma il Governo Tambroni non aveva la sfiducia e con Sommosse di Piazza è stato costretto alle dimissioni.
Solo un evento imprevedibile e imprevisto poteva arrestare questo progetto “Gramsciano” del 68 nella su progressione: Il fallimento del Comunismo Internazionale, l’implosione della Russia e della sua Dittatura Del Proletariato, nella miseria più nera.
La guerra del 68 è persa: i risultati sono qui per tutti. Debito pubblico alle stelle, Casse dell’INPS vuote, Nazionalizzazioni riprivatizzate...eccetera. Lecchiamoci le ferite: il 68 è realmente finito. 


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