• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Afghanistan: torna l’oblio sui diritti delle donne

Afghanistan: torna l’oblio sui diritti delle donne

Una nuova norma ostacola i procedimenti giudiziari contro i crimini domestici e protegge i mariti assassini in Afghanistan, mentre in Marocco si raggiunge un piccolo traguardo di civiltà.

Un nuovo passo verso l’oscurantismo talebano si sta compiendo in questi giorni nell’Afghanistan “liberato” dagli eserciti occidentali. È infatti recente l’introduzione di una modifica al codice di procedura penale afgano, la quale vieta ai parenti degli imputati di violenze domestiche o di matrimoni forzati di testimoniare contro di loro nei tribunali. Divieto esteso anche a medici e bambini. Le vittime così sono costrette all’oblio e al silenzio con la conseguenza di non poter denunciare più la loro sofferenza. Un grande passo indietro, dunque, in un Paese dove la maggioranza delle donne ha subito e continua a subire abusi di qualsiasi tipo: psicologici (umiliazioni, limitazioni della libertà, divieti, minacce), fisici (maltrattamenti), economici (divieto di lavorare fuori casa, nessun accesso alle risorse economiche della famiglia).

Con l’entrata in vigore di questa nuova legge, i responsabili di casi come quello di Sahar Gul, una sposa bambina incatenata, lasciata morire di fame e poi bruciata perché rifiutava di prostituirsi per la famiglia del marito, potrebbero non dover mai mettere piede in un’aula di tribunale. I delitti d’onore potrebbero diventare impossibili da perseguire, così come i matrimoni forzati o il commercio di spose bambine.


Secondo l’associazione Human Rights Watch la nuova norma “lascia impuniti i picchiatori di donne e bambini”. Ora la palla rovente passa al presidente Hamid Karzai, già alle prese con le proteste delle associazioni umanitarie che gli chiedono una modifica immediata dell’articolo, sperando che accada quanto già accaduto nel 2009 quando aveva bocciato in extremis una legge che legalizzava lo stupro compiuto dal marito perché suo diritto nuziale. Afferma convinta Selay Ghaffar, direttrice di un’associazione che fornisce rifugio e assistenza legale alle donne e ai bambini afgani: “Chiederemo al presidente di non firmare, affinché quella modifica non entri in vigore” . Ultimamente le forze più conservatrici hanno ripreso forza, basti pensare alla bocciatura del progetto di legge contro la violenza sulle donne nel 2013 e all’abolizione delle quote rosa. Ancora oggi si pratica la lapidazione in pubblico per le donne accusate di adulterio.

Mentre in Afghanistan si assiste a un terribile ritorno ai tempi più bui, dove la donna ancora non è accettata e rispettata per il semplice fatto di essere Donna, in Marocco si raggiunge una svolta epocale, un traguardo di civiltà. Dal gennaio scorso infatti per gli stupratori non sarà più possibile evitare la prigione sposando la propria vittima, come finora consentiva l’articolo 475 del codice penale. Niente più scappatoie dunque per chi abusa di una donna, spesso ancora bambina, e poi “espia” l’orrore con un matrimonio. Niente più incubi per chi invece sopravvive alla violenza subendone una seconda.
Dopo un lungo lavoro svolto dalle organizzazioni a favore delle donne e dei diritti umani come Amnesty International e da alcuni partiti politici, il parlamento marocchino ha votato all’unanimità l’emendamento che cancella la possibilità di ricorrere a nozze riparatrici dopo lo stupro. Non resta che auspicare un passo avanti simile anche in realtà come quella afgana, che purtroppo, con il passare del tempo, penalizza sempre di più la figura della donna, e d’altra parte augurarsi nuovi passi avanti anche in Paesi come il Marocco, dove per piccoli passi si procede verso un cambiamento più grande.

Andrea Grieco per Segnali di Fumo – il magazine dei diritti umani

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità