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Zucchero, la dolce droga

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L'intera società moderna è assuefatta dallo zucchero. Gli zuccheri costituiscono la maggior fonte di calorie della nutrizione umana, sopratutto di quella occidentale. Per anni sono stati evidenziati i pericoli di un'alimentazione ricca di grassi, con un silenzio relativo sull'assunzione di zucchero. Questa politica a grasso zero ha portato l'industria alimentare a sottrarre i grassi aggiugendo zucchero alla quasi totalità dei prodotti che propone. Secondo l'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione(INRAN) l'assunzione non dovrebbe superare più dei 50 grammi di zuccheri semplici al giorno, ma un italiano medio consuma dai 90 e 100 grammi di zucchero al giorno.

Lo zucchero bianco da cucina, il saccarosio, è uno zucchero disaccaride composto da glucosio e fruttosio (monosaccaridi). Una volta ingerito, il saccarosio viene scisso nei suoi componenti base, il glucosio e fruttusio. Il glucosio entra subito nel circolo ematico per dare nutrimento alle cellule, il fruttosio viene metabolizzato ed immagazzinato nel fegato in forma di glicogeno. Poiché la capacità del fegato è limitata, quando esso è pieno sino al limite delle sue possibilità, il glicogeno in eccesso favorisce la sintesi di trigliceridi, i quali vengono trasportati ed immagazzinati nel tessuto adiposo di aree meno attive: il ventre, le natiche, il petto e le cosce. Quando queste aree relativamente innocue sono completamente sature, i trigliceridi vengono poi distribuiti negli organi attivi come il cuore ed i reni, i quali cominciano a rallentare la loro attività.

Questa alimentazione zuccherata d'origine industriale, ha generato una vera emergenza sanitaria, responsabile dell'aumento di malattie del nuovo millennio. Verosimilmente, lo zucchero presente nei cibi industriali è responsabile dell'aumento generale dei tassi di insulina e di IGF(fattore di crescita insulino-simile che stimola la crescita cellulare) e della conseguente insorgenza di cancro. Oltre al cancro, sempre più studi hanno affermato le forti associazioni tra l'elevato consumo di zucchero e le malattie metaboliche, insulino resistenza,obesità, diabete, malattie cardiache,parodontite e il morbo di Alzheimer.

Oltre ai danni fisici, lo zucchero altera il comportamento e lo stato emotivo dell'individuo. I primi segnali sono sonnolenza, spossatezza, irrascibilità ed appetito frequente dovuto allo squilibrio fisiologico dell'indice di sazietà, un parametro che misura il senso di sazietà o pienezza a breve termine dopo il consumo di cibo. Un cibo ad alto indice di sazietà riesce a soddisfare maggiormente la fame a parità di apporto energetico/calorico, e induce a mangiare di meno.

Con l'inibizione dell'indice di sazietà il cervello non percepisce le quantità di cibo assunto, creando una dipendenza da zucchero.

Da questo quadro drammatico l'Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS) ha raccomandato di limitare il consumo di zucchero/i a meno del 10% delle calorie totali giornaliere, e si auspica una ulteriore riduzione al 5% (ovvero circa 25 grammi di zucchero, l'equivalente di 6 cucchiaini da tè).

La parola chiave è prevenzione, fare attenzione al proprio carrello della spesa. Nell'industria alimentare, ciò che conferisce sapore sono i grassi e gli zuccheri, quindi, non bisogna soffermarsi alle sole “merendine”. Oltre ad eliminare “cibi snack e bibite gassate” si deve prediligere alimenti freschi ed evitare prodotti del tipo: minestroni surgelati, cibi light, salse, cereali per la prima colazione, pane confezionato e sughi pronti.

 

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