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 Home page > Attualità > Cultura > Zio Vanja di Gabriele Vacis riapre il Teatro Carignano di Torino

Zio Vanja di Gabriele Vacis riapre il Teatro Carignano di Torino

Questa sera prima nazionale per Zio Vanja di Gabriele Vacis.
Ho avuto la fortuna di vedere lo spettacolo con un pò di anticipo.

Ci sono due validi motivi per andare a vedere Zio Vanja, il secondo motivo è che è il primo spettacolo in cartellone al Teatro Carignano di Torino dopo il restauro che ha rivoluzionato la bomboniera sabauda.

La bomboniera è rimasta.
L’interno del teatro ha ritrovato il suo splendore con gli stucchi dorati, i palchi, il rosone sulla volta.

La moquette ha lasciato posto ad un pavimento in legno studiato per rendere l’acustica perfetta e le poltrone hanno ritrovato i loro colori originali. Il palco è un capolavoro di tecnica che permette soluzioni diverse e affascinanti.
Le novità (e le polemiche) riguardano l’esterno ed il foyer.

La Piazza perde la bussola in legno che la caratterizzava ma ritrova la linea originale ed ora la facciata, che comprende Cambio, Pepino e Teatro è unica ed elegante.

Il foyer è stato trasferito nei sotterranei mentre al suo posto trova spazio un ingresso scarno e pulito con la nuova scala della Principessa che si affianca alla vecchia scala del Principe.

Insomma le novità sono parecchie e l’apprezzamento dipende dal gusto personale. Prima di esprimere pareri sarebbe però bene conoscere la storia del Teatro e della Piazza.

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Il primo motivo per andare a vedere Zio Vanja è andare a vedere Zio Vanja.
Chi conosce Gabriele Vacis non faticherà a riconoscere la sua mano. Il racconto scorre via più leggero e godibile di quanto mi aspettassi e alcune battute brillanti riescono a rendere Checov anche a tratti divertente.

Il primo atto rivela la brillantezza di Michele Di Mauro (dott. Astrov) che prende la scena in maniera decisa rischiando di rubare il campo ai pur bravi compagni.
Ma il secondo atto è tutto di Eugenio Allegri, uno Zio Vanja fenomenale che riesce a toccare a fondo nel momento in cui esce di testa e per dieci minuti lascia lo spettatore col fiato sospeso, completamente rapito dalla sua reazione liberatoria.

E una nota di merito la riservo anche alle due presenze silenti ma fondamentali del servo e del giovane con la chitarra. Il primo impegnatissimo a montare e smontare scene, il secondo sempre pronto a sottolineare con la sua chitarra sfruttando le nuove potenzialità acustiche del Carignano.

E quello che più colpisce è proprio l’abilità di Vacis ad utilizzare al meglio le capacità della nuova torre scenica.

Decide per i cambi di scena a sipario aperto, non è certo una novità ma qui sono veramente eccezionali, diventano quasi un personaggio in più.
Le camere che crescono, si affollano, poi perdono pezzi.

Non vorrei sbilanciarmi ma la seconda scena è qualcosa di diabolico per il fascino che emana. E quegli alberi...

Insomma... Vacis non delude e la compagnia rende al meglio l’opera di Anton Cechov.

Il Teatro Stabile di Torino continua a funzionare e a regalarci produzioni degne di essere ricordate.

(credits foto: Giorgio Sottile)

Commenti all'articolo

  • Di Nadia (---.---.---.208) 4 febbraio 2009 13:42

    Sono d’accordo con te su tutto e specialmente sullo spettacolo di Vacis e dei suoi che per me è un vero capolavoro. Che ne dici dell’articolo della Stampa?
    N.C.

  • Di dott. S (---.---.---.245) 5 febbraio 2009 15:32

    Dirvi che Guerrieri abbia esagerato e sia andato oltre pare. ormai, cosa banale e scontata... Eppur lo spettacolo l’ha visto... eppur conosce il modo di lavorare di Vacis (forse proprio questo è il motivo).. bisognerebbe chiedersi cosa c’è dietro... aveva già criticato le scelte di Martone un anno fa nella scelta di Vacis per la riapertura del Carignano... e sembra che qualsiasi cosa potesse fare Vacis la stroncatura era d’obbligo... La domanda... ma possibile che tutti gli altri critici non capiscano niente di teatro? Dato che è l’nico ad averlo così aspramente criticato?

    • Di soloparolesparse (---.---.---.245) 5 febbraio 2009 15:35
      soloparolesparse

      A questo punto forse è il caso di linkare l’articolo di Guerrieri.

    • Di Alda Rosato (---.---.---.2) 9 febbraio 2009 09:10

      Non riesco a crederci! Ieri pomeriggio al Carignano c’era la corsa al biglietto, io sono finita in loggione, e sono felice di comunicare che dal loggione del Carignano si sente benissimo e se vede anche abbastanza bene. E sapete cosa ho visto? Uno Zio Vanja che faceva venire i brividi e poi provocava ilarità, e poi muoveva compassione, una sequenza di emozioni che sentivi nel teatro e arrivava fin su sul loggione. C’è stato un momento in cui il dottore è venuto avanti a guardare il pubblico e si è fatto un silenzio in teatro che mi ha fatto venire le lacrime agli occhi. E come a me a tutto il pubblico. Adesso volevo vedere qualche parere su Internet e leggo questo articolo di Guerrieri. Non riesco a crederci! Organizziamo un boicottaggio alla Stampa, incateniamoci sotto la redazione, facciamo qualcosa. Non è possibile che si scriva in questo modo di uno spettacolo meraviglioso come questo Zio Vanja. Cosa c’è sotto spiegatelo anche ai comuni mortali.
      Alda

    • Di soloparolesparse (---.---.---.167) 9 febbraio 2009 10:07
      soloparolesparse

      @ Alda
      Manteniamo viva l’idea che ognuno possa esprimere il proprio parere ed avere una sua idea sul teatro. Quindi cerchiamo di credere che Guerrieri non ha avuto le stesse impressioni avute da altri sullo spettacolo.

      In questo momento ci sono altre cose per cui è forse il caso di incatenarsi...

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