• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Recensioni > Wikipedia: la nostra rete del sapere

Wikipedia: la nostra rete del sapere

Il libro "La rivoluzione di Wikipedia" (Codice edizioni, 2010), di Andrew Lih racconta l’evoluzione della prima grande enciclopedia creata dal contributo volontario dei cittadini.

Wikipedia: la nostra rete del sapere

Wikipedia (www.wikipedia.it) è un progetto innovativo di enciclopedia on-line, multilingue, collaborativa, neutrale, libera e gratuita, con circa 15 milioni di voci e 22 milioni di utenti registrati. Grazie al lavoro di innumerevoli appassionati Wikipedia è diventa l’enciclopedia più grande del mondo e uno dei dieci siti più visitati. Anche se ha un codice di condotta non esistono regole fisse. Il motto di questo progetto infinito è il seguente: “Immaginate un mondo in cui chiunque possa avere libero accesso a tutto il patrimonio della conoscenza umana” (Jimmy Wales).

Dalle notevoli esperienze accumulate in questa iniziativa si è imparato che è molto meglio abolire gli interventi anonimi, utilizzare i nomi reali dei contributori e che naturalmente è molto vantaggioso riconoscere un livello di esperti con un’autorità extra (Larry Sanger, p. 244). Infatti ancora oggi l’enciclopedia on-line risente dell’effetto “Wilipedia” scatenato dalle bassezze e dall’imbecillità di pochi cretini che si divertivano a scrivere inesattezze e falsità. Bisogna però considerare che gli esseri umani non hanno mai creato nessuna organizzazione perfetta. E se proviamo a pensare agli enormi problemi creati dalle istituzioni religiose più o meno fondamentaliste (seppur animate dalle migliori intenzioni), riusciamo a comprendere che poteva andare molto peggio.

Da un po’ di tempo i contributori non sono più anonimi, ma “Wikipedia rischia di esercitare la sua attrazione solo nei confronti di coloro che siano fortemente inclini alla programmazione, restando inaccessibile ai novellini, avvezzi a metodi di scrittura più immediati” (p. 257). E probabilmente la “Fondazione Wikimedia” si aprirà a nuove esperienze e tecnologie, dato che si è resa indipendente dal fondatore Jimmy Wales, che non ricopre più il ruolo di direttore.

Inoltre in questa pubblicazione si possono pescare degli aforismi veramente deliziosi e siccome rappresentano il mio cibo intellettuale preferito ho deciso di riportarli quasi tutti:

La nostra conoscenza è l’accumulo di pensieri ed esperienze di menti innumerevoli (Ralph Waldo Emerson); Dato un numero sufficiente di occhi, tutti i bug vengono a galla (Eric S. Raymond); Ogni artista è stato prima un dilettante (R. W. Emerson); La storia è troppo seria per essere lasciata agli storici (Ian Macleod); La storia sarà gentile con me, poiché intendo scriverla (W. Churchill); La sola cosa capace di redimere l’umanità è la cooperazione (Bertrand Russell); Un linguaggio diverso è una diversa visione della vita (Federico Fellini); La vittoria più grande è indurre il nemico ad arrendersi spontaneamente senza arrivare allo scontro (Sun Tzu); Il guaio di combattere per la libertà umana è che si passa la maggior parte del tempo a difendere dei farabutti (H. L. Mencken); Pensa da uomo saggio ma comunica nel linguaggio del popolo; Colui che non può accordarsi con i suoi nemici, finisce per essere controllato da loro (proverbio cinese); L’emulazione è la più sincera forma di adulazione; Prima ti ignorano, poi ridono di te, poi ti combattono, poi tu vinci (Gandhi), Il più grande nemico di una rivoluzione è il suo successo.

Comunque a mio parere l’insegnamento più importante di Wikipedia è stato quello di non prendere tutto ciò che è scritto come oro colato. E questa lezione dovrebbe valere ancor di più per tutto quello che è stato scritto in passato poiché per sopravvivere in mezzo a certi regnanti si potevano scrivere solo certe cose e le troppe traduzioni nel corso del tempo e tra le diverse culture hanno inglobato inevitabilmente molti errori ed equivoci. E ciò sarà accaduto anche negli scritti di quasi tutte le religioni, poiché fino a pochi anni fa religione e potere erano legati in modo indissolubile e molte verità dovevano restare nascoste.

Purtroppo però alcune forme più o meno dirette di censura sopravvivono ancora oggi, perché con la conoscenza si può gestire il potere e dire “La verità è un atto rivoluzionario” (George Orwell). “Con la libertà di stampa i giornali pubblicano solo ciò che vogliono veder stampato le grandi industrie o le banche, le quali pagano il giornale” (Benito Mussolini, istitutore dell’Ordine dei giornalisti). E la stessa considerazione si può fare per troppi libri.

Note – A tutti gli amanti della cultura italiana segnalo che siamo sesti nella classifica generale delle lingue con più voci registrate su Wikipedia. Davanti a noi ci sono il Giappone e la Polonia con un vantaggio minimo, per cui con un piccolo picco di attività si può raggiungere la quarta posizione dietro le popolazioni di lingua inglese, quelle di lingua tedesca e gli “utilizzatori” della lingua francese (p. 186).

L’associazione Liber Liber collabora con Wikimedia Italia nella progettazione di sistemi informatici aperti e interoperabili: www.openalexandria.org. Inoltre su www.liberliber.it e nel magazine www.paginatre.it ci sono molti e-book scaricabili gratuitamente e si può affermare la piena libertà di parola della cultura digitale: www.frontieredigitali.it. Nel sito c’è una sezione network che segnala www.partito-pirata.it.

Invece a chi deve svolgere studi e ricerche sul mondo digitale consiglio www.audiweb.it e www.ipoque.com (si tratta di un società specializzata in deep packet inspection che gestisce un blog).

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares