WikiLeaks: si dimette il Portavoce del Dipartimento di Stato USA

Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Philip J. Crowley si è dimesso dopo le polemiche seguite alle sue dichiarazioni riguardanti le condizioni di detenzione di Bradley Manning, l’analista dell’esercito USA che da mesi è recluso in un carcere militare in Virginia con l’accusa di aver passato a WikiLeaks il materiale riservato poi pubblicato online dal Sito di Julian Assange.
“Ciò che sta accadendo a Manning è ridicolo, controproducente e stupido, e non capisco perché il Dipartimento della Difesa lo stia facendo” aveva dichiarato Crowley nel corso di un suo intervento al Massachusetts Institute of Technology, dove stava parlando di nuovi media e politica estera di fronte a una platea. Le sue dichiarazioni sono state riportate dalla BBC e la polemica che ne è seguita ha spinto il funzionario alle dimissioni. “L’esercizio del potere deve essere prudente e coerente con le nostre leggi e valori” ha scritto Crowley nella lettera con la quale ha comunicato la decisione di lasciare il suo incarico.
Manning è da mesi al carcere duro, senza nemmeno aver avuto un’incriminazione ufficiale. L’ex analista ha scontato i primi due mesi in un carcere militare in Kuwait e poi è stato trasferito in USA nel carcere militare di Quantico in Virginia come “Maximum Custody Detainee”, la più elevata e repressiva formula di detenzione dell’esercito statunitense, che prevede l’isolamento per 23 ore al giorno. Recentemente i procuratori dell’esercito americano hanno mosso nei confronti di Manning 22 nuovi capi d’imputazione, tra i quali figura anche l’accusa di “collusione con il nemico”, che contempla tra le punizioni possibili la pena di morte.
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