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Voci dal Concistoro europeo n. 1: i porporati verso Bruxelles e Strasburgo

Anche se ovunque è un gran parlare di elezioni europee e di sondaggi, come già fatto l’anno scorso preferiamo lasciare da parte la politica per qualche tempo, e concentrarci sugli scenari dell’imminente Concistoro europeo del 25 maggio, che servirà a designare i nostri rappresentanti presso gli arcivescovadi di Bruxelles e Strasburgo.

Quello che vi proponiamo per cominciare è lo stato dell’arte, nel momento in cui gli alti prelati stanno facendo il proprio ingresso nelle segretissime stanze vaticane. Vi ricordiamo che in Italia, a seguito della riforma del diritto canonico del 2009, la soglia minima per accedere alla spartizione dei sacri rappresentanti europei è di 4 vescovi.

I contendenti che si sfidano per accaparrarsi la maggioranza dei porporati in seno al Concistoro europeo sono:

• il giovane ma ambiziosissimo cardinale di Firenze, che dopo un quinquennio da arcivescovo di quella città ha preferito compiere il gran salto e, spodestato dal ruolo di presidente del Consiglio cardinalizio il cauto ecclesiastico di Pisa (peraltro nipote del più stretto consigliere del cardinale di Arcore), è riuscito a mettere le mani su Roma, culla della cristianità;

• il vulcanico, benché segnato dagli eventi dell’ultimo anno – inclusa una condanna dal Tribunale della Sacra Rota, che lo costringe a passare un giorno a settimana compiendo opere di bene presso una comunità religiosa nel Milanese – cardinale di Monza e Brianza, esponente dell’ala conservatrice;

• l’incontenibile camerlengo di Genova, noto per la sua esuberanza e per lo stemma cardinalizio su cui brillano cucite cinque stelle, già protagonista di un eclatante exploit al Conclave dello scorso febbraio;

• l’astuto vescovo di Agrigento, che dopo essersi affrancato dall’ingombrante leadership del cardinale di Monza e Brianza ha raggruppato intorno a sé un nugolo di porporati per sostenere prima il pari grado di Pisa e, da ultimo, l’assai dinamico cardinale fiorentino. Si presenta, a questo appuntamento, in compagnia del prudente (e brizzolato) vescovo bolognese che lo scorso anno aveva invece scelto di sostenere il sobrio cardinale milanese, finito oggi decisamente in disparte dopo il deludente risultato del Conclave;

• lo spumeggiante cappellano di Milano, già delegato a Bruxelles durante lo scorso concistoro, a capo della Lega dei parroci settentrionali, che spera in un buon risultato dopo aver preso la difesa negli ultimi mesi dei frati secessionisti veneti, scomunicati dal l’autorità ecclesiastica locale;

• il pope greco ortodosso Alexis, a capo di un’alleanza di movimenti ecclesiali progressisti che cercano di ottenere l’ingresso negli arcivescovadi europei puntando su un «papa straniero»;

• la giovane ma determinatissima sorella Giorgina, suora della Garbatella alla testa della Congregazione dei Fratelli, e già balzata all’onore delle cronache per aver dato alle stampe santini alquanto alterati in sede di foto ritocco;

• la triade della Scelta, formata da prelati provenienti da ben tre ordini monastici diversi: gli orfani del sobrio cardinale di Milano e dell’estroso ecclesiasta torinese, uniti in preghiera con il gioviale abate mantovano, l’Abate Tacci (che forse ricorderete per i suoi fedeli di estrazione marxista).

I vaticanisti di tutta Europa stanno alla finestra, pallottoliere in mano, per capire chi varcherà la fatidica soglia dei 4 vescovi, necessaria per inviare un proprio rappresentante a Strasburgo e come si distribuirà il consenso fra gli aspiranti porporati al Concistoro. Nel momento in cui scriviamo, abbiamo a disposizione la media dei conteggi degli ultimi giorni, che vedono il cardinale di Firenze e presidente del Consiglio cardinalizio favoritissimo, con il sostegno di ben 32 vescovi e 8 diaconi (ricordiamo che il sostegno di un vescovo vale quello di 10 diaconi); in seconda posizione l’esuberante camerlengo di Genova, a quota 25; terzo l’anziano prelato brianzolo, che potrebbe contare su 19 voti, mentre decisamente più staccati sono il vescovo agrigentino (5 e 6), forte dei consensi nelle diocesi del Sud Italia, e la Lega del cappellano milanese, sospinta invece dalle parrocchie settentrionali (5 e 3). Proprio sotto la soglia dei 4 vescovi troviamo sorella Giorgina (3 e 8) e il pope greco ortodosso Alexis (3 e 7), e a chiudere l’elenco la triade della Scelta che non riesce a convincere al momento più di 2 vescovi e 4 diaconi.

Quel che è certo è che assisteremo ancora una volta a una corsa al cardiopalma, nell’elezione dei delegati italiani che siederanno nei banchi delle arcidiocesi di Bruxelles e Strasburgo nei prossimi cinque anni.

Ha collaborato Andrea Piazza

Questo articolo è stato pubblicato qui

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