Viterbo, il vescovo boicotta le unioni civili

Se a livello nazionale la via è ancora lunga e tortuosa anche solo per ottenere una minima regolamentazione per le coppie di fatto, la situazione non è dissimile nelle realtà locali. Forse è anche peggiore, stante l’ingerenza più marcata dei vescovi, l’attivismo delle associazioni integraliste sul territorio e l’arrendevolezza delle istituzioni, preoccupate di coltivare buoni rapporti con le gerarchie ecclesiastiche.
Il leader del Nuovo centrodestra, Angelino Alfano, minaccia di far cadere il governo nel caso fossero proposti i matrimoni gay, una reazione spropositata di fronte alla timidissima e insufficiente idea del segretario Pd Matteo Renzi sulle civil partnerships. Una storia di ordinario clericalismo arriva anche da Viterbo, dove la proposta di istituire un registro delle unioni civili ha ricevuto il secco niet del vescovo Lino Fumagalli, paralizzandone l’iter. Ennesima dimostrazione del fatto che, al di là delle parole concilianti di papa Bergoglio (o forse proprio grazie a questo ragguardevole paravento), la Chiesa cattolica continua a ostacolare riforme laiche per l’affermazione dei diritti civili dei conviventi e degli omosessuali.
A raccontarci queste vicissitudini, le esponenti del circolo Arci cultura lesbica locale, che da tempo lotta per ottenere l’approvazione del registro unioni civili nel comune di Viterbo. Inizialmente il Partito Democratico ha avanzato una mozione al consiglio comunale per istituire il registro, sostenuta anche dal Movimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia e Libertà, mentre il centro destra nicchiava. Ne è arrivata un’altra del M5S, ma in seguito il Pd si è spaccato con l’emergere di una forte opposizione cattolica.
Si viene a sapere di un incontro organizzato da vescovo e associazioni nella sede della curia, cui hanno partecipato realtà come Azione cattolica, Acli, Scienza e Vita. Convocati il sindaco Leonardo Michelini e vari assessori per indurli a bocciare la proposta. Sono seguiti altri incontri, anche con Arcilesbica, ma soprattutto c’è stata la visita top secret del sindaco in curia. Così la situazione si trascina da mesi tra intoppi e ritardi, nonostante una petizione di iniziativa popolare sostenuta da Arcilesbica che ha raccolto più di mille firme. Risultato eccezionale se si considera che Viterbo non è un grande centro e che l’influenza della Chiesa cattolica è notevole.
Nel frattempo continua la campagna delle associazioni a difesa della famiglia (cattolica), anche con raccolte di firme contro il registro davanti alle chiese. Come fa notare Emanuela Dei di Arcilesbica, nonostante le rassicurazioni e le parole spese per darsi un’aura di inclusività il fronte anti-registro è chiaramente orientato in senso cattolico e vicino alla curia e riceve il diretto sostegno dalle parrocchie, sebbene il vescovo ufficialmente non si pronunci. Questa sinergia è tipica della strategia clericale: in prima linea ci sono le associazioni con parole d’ordine come “famiglia” e “vita”, a coordinare i giochi senza esporsi troppo il clero.
Singoli e associazioni sono stati invitati a esprimersi in merito alla mozione e il prossimo dibattito è previsto proprio oggi alle 9:30, con audizioni davanti alla prima commissione del consiglio comunale: presenti ben 16 associazioni cattoliche, che si sono iscritte al dibattito, a fronte di poche associazioni laiche. Anche questo fa capire come gli integralisti sappiano organizzarsi e coordinare gli sforzi, e come questa capacità manchi purtroppo alle realtà laiche.
Anche se alla fine la proposta delle unioni civili dovesse naufragare, a causa dell’arrendevolezza delle istituzioni, è importante far sentire alla politica la propria voce, per reclamare il riconoscimento di diritti che prescindono dal credo religioso e per impedire discriminazioni. C’è un disperato bisogno, a partire dalle realtà locali e dagli episodi specifici, che i laici si mettano insieme e si diano da fare: altrimenti il campo rimane libero per i vocianti clericali che sempre più spesso si travestono da laici. Con i politici che non sembrano vedere l’ora di arrendersi loro.
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