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Vietnam, rilasciata attivista per il lavoro ma altri prigionieri di coscienza restano in carcere

Sette anni di carcere per aver distribuito volantini, fuori da una fabbrica, come gesto di solidarietà nei confronti di lavoratori che chiedevano un aumento del salario e migliori condizioni di lavoro. Per questo gesto, Do Thi Minh Hahn era stata condannata, nel 2010, a sette anni di carcere. L’accusa: “propaganda contro lo stato”.

Dopo quattro anni di appelli da parte di Amnesty International, che l’aveva adottata come prigioniera di coscienza, il 26 giugno le autorità vietnamite hanno posto fine alla condanna. Do Thi Mihn Hanh non avrebbe dovuto trascorrere neanche un giorno in carcere. E invece in quei quattro anni è stata picchiata dalle altre detenute e non ha ricevuto cure mediche adeguate.

Do Thi Minh Hahn è a casa, malconcia e afflitta. Ma ora potrà curarsi e riprendersi. Cosa che non ha potuto fare Dinh Dang Dinh, morto poco dopo il rilascio avvenuto alcuni mesi fa. Nel corso dell’anno, nonostante le leggi draconiane continuino a perseguitare chi esprime pacificamente il suo dissenso, le autorità vietnamite hanno scarcerato altri prigionieri di coscienza: l’esperto di legge Cu Huy Ha Vuil blogger Nguyen Tien Trung e lo scrittore Vi Duc Hoi.

Tuttavia, nelle carceri del Vietnam continuano a rimanere persone che non dovrebbero starci, tra cui quattro donne:

Ho Thi Bich Khoung, attivista e scrittrice, condannata nel 2011 a cinque anni per “propaganda contro lo stato”;

Ta Phong Tan, fondatrice dell’Associazione dei liberi giornalisti del Vietnam, condannata nel 2012 a 10 anni sempre per “propaganda contro lo stato”. Due mesi prima di essere condannata, sua madre si era data fuoco per protestare contro la persecuzione cui veniva sottoposta la figlia;

Nguyen Dang Minh Man, attivista cattolica, condannata nel 2012 a otto anni per “tentativo di rovesciare il governo”;

Tran Thi Thuy, attivista per il diritto alla terra di fede buddista, condannata anche lei, nel 2011, a otto anni per “tentativo di rovesciare il governo”.

I gruppi di volontari di Amnesty International nel mondo continueranno a inviare appelli alle autorità vietnamite per chiedere il rilascio di queste quattro donne e di tutti gli altri prigionieri di coscienza in carcere.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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