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Vietnam, attivisti condannati per aver visitato un ex prigioniero

Continua ad aumentare il numero dei prigionieri di coscienza in Vietnam, conseguenza della recrudescenza della repressione contro i dissidenti e gli attivisti politici e religiosi del paese dell’Asia sud-orientale: ormai sono un’ottantina.

Martedì la corte provinciale popolare di Dong Thap ha emesso il verdetto nei confronti di tre attivisti, giudicati colpevoli di “disturbo all’ordine pubblico”.

Si tratta di due donne – Bui Thi Minh Hang e Nguyen Thi Thuy Quynh, a sinistra e a destra nella foto di Danlambao.com – condannate rispettivamente a tre anni e due anni di carcere – e di Nguyen Van Minh, la cui pena è stata fissata a due anni e mezzo.

Prima dell’inizio del processo, la polizia ha impedito ogni manifestazione di solidarietà con gli imputati, arrestando o bloccando nei loro hotel familiari, giornalisti e attivisti accorsi a Dong Thap.

A febbraio, i tre attivisti si erano recati a fare visita a un ex prigioniero di coscienza, l’avvocato Nguyen Bac Truyen. La polizia li aveva picchiati e arrestati, insieme ad altre 18 persone.

Recentemente, Nguyen Yhi Thuy Quynh e Bui Thi Minh Hang avevano preso parte a manifestazioni anticinesi. Quest’ultima, 50 anni, è in cattive condizioni di salute a causa dei ripetuti scioperi della fame intrapresi dopo l’arresto.

Nguyen Van Minh fa parte della chiesa buddista Hoa Hao, non riconosciuta dallo stato vietnamita, ed è un attivista per la libertà religiosa.

 

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