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“Viaggiare sicuri” in Egitto: il racconto tranquillizzante della Farnesina

Chi, all’indomani della nuova proroga della detenzione preventiva di Patrick Zaki e dell’arresto di tre dirigenti dell’Ong con cui collaborava, si prendesse la briga di consultare il sito “Viaggiare sicuri” del ministero degli Esteri, alla voce Egitto potrebbe leggere nelle prime righe quanto segue:

Dopo i rivolgimenti politico-sociali succedutisi agli eventi del gennaio 2011 e i numerosi episodi di matrice terroristica degli anni seguenti, si assiste più di recente a un relativo e progressivo miglioramento delle condizioni complessive di sicurezza del Paese.

Questo e altri riferimenti, compreso quello al perenne stato d’emergenza, danno l’impressione che i pericoli per la sicurezza possano derivare prevalentemente da “manifestazioni o attentati” o da “casi di microcriminalità come borseggi, rapine e furti d’auto”.

Non vi è alcun accenno ai rischi per la sicurezza personale e per la protezione dei diritti umani che potrebbero derivare dal comportamento delle autorità locali.

Il Foreign office britannico, sul sito dedicato ai viaggiatori in Egitto è un po’ più esplicito:

Gli stranieri che prendono parte a qualsiasi genere di attività politica o a iniziative critiche nei confronti del governo possono rischiare il carcere o altri provvedimenti. 

Quello del dipartimento di Stato Usa è cristallino:

Le leggi locali vietano le proteste e le manifestazioni prive di autorizzazione. Trovarsi nei pressi di dimostrazioni contro il governo potrebbe attirare l’attenzione della polizia e delle forze di sicurezza. Cittadini statunitensi sono stati arrestati per aver preso parte a manifestazioni e per aver pubblicato contenuti sui loro profili giudicati critici nei confronti dell’Egitto e dei suoi alleati.

Tornando al sito della Farnesina, non manca un riferimento all’omicidio di Giulio Regeni:

Sono tuttora in corso indagini per fare piena luce sulla barbara uccisione e le torture subite dal giovane ricercatore italiano Giulio Regeni.

Siccome si parla dell’Egitto, la frase dovrebbe essere letta “indagini della magistratura egiziana”. La domanda è: quali?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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