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Verona: Accecato da gelosia, strangola la moglie. Poi si costituisce

Ancora un morto, ancora un assassino, sempre lo stesso movente: gelosia. Sono ancora caldi i corpi della strage conmpiuta da un camionista ieri mattina a Brescia quando, nel pomeriggio si segna la morte di un’altra vittima “d’amore”.

Giovani Lucchese 56 anni impiegato in una concesionaria d'auto, ha strangolato la moglie Gabriellla Falzoni 51 anni, impiegata in una ditta di abbigliamento, con un foulard sorprendendola in camera da letto nella loro casa di Mozzecane, tra Verona e Mantova, durante l'ennesimo litigio e poi è andato a costituirsi a carabinieri.

All'origine del gesto ci sarebbero motivi di gelosia. La coppia occupava un appartamento di una quadrifamiliare dove, nelle rimanenti abitazioni, risiedono altri parenti. Secondo le prime ricostruzioni tutto sarebbe avvenuto all'improvviso, verso le 17.30, dopo una giornata relativamente tranquilla.



La coppia, come ha riferito il parroco don Pietro Salvetti, si era recata a messa alla mattina assieme al figlio. Una vita tranquilla di persone benestanti appena rientrate da uno dei tanti viaggi a cui si dedicavano, questa volta in Kenya, ma con la minaccia a orologeria della gelosia dell'uomo, innescata probabilmente, secondo gli inquirenti, da alcuni sms trovati nel telefono della moglie.

Tra le prime testimonianze raccolte dai carabinieri quella della sorella di lei, Gabriella, che avrebbe riferito di aver udito, attraverso le pareti sottili della villetta una forte discussione prima che sulla vicenda calasse un sinistro silenzio. Raggiunto in caserma dal pm Giulia Labia l'uomo è stato interrogato: il magistrato ne ha quindi disposto la custodia in carcere.

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