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Veline tornanti. Nel Pdl c’è aria di rissa

"Meno male che è intervenuta Veronica" pare abbia confidato La Russa ad alcuni amici dopo l’uscita sul "ciarpame mediatico" che ha obbligato il premier alla ripulitura delle liste per le europee dell’anno scorso.

Stavolta, però, Veronica è fuori gioco. Il Cavaliere così torna alla carica con le sue "dame": e nel partito infuriano le polemiche sulla candidatura di "veline".

“Proprio ora che stiamo cercando di elevare il dibattito politico interno – dice il “falco” del PdL Giorgio Stracquadanio – di certo la questione delle veline proprio non deve riesplodere; ma il Cavaliere, io lo so, è fatto così, considera i seggi come titoli onorifici e dunque, senz’altro, anche in questa occasione qualche candidatura femminile sarà accompagnata da polemiche. Devo dire che non se ne sente affatto la necessità…”.
 
Molto decisa in merito è la direttrice del Secolo d’Italia, Flavia Perina.
No, questo giro non si potrà accettare che ci venga sbattuto ancora una volta in faccia questo basso profilo della concezione delle quote rosa. Lo dico e lo ripeto: quello delle veline è un modello finito. Il centro destra sta guardando a figure femminili di altro spessore, la Polverini, la Poli Bortone, e queste regionali, anche sotto questo aspetto, dovranno rappresentare una svolta. Non si può da un lato puntare su donne forti, di valore e solidità politica e dall’altro mettere delle veline in lista, è un paradosso di credibilità che verrebbe rifiutato dall’elettorato. Questa destra ha bisogno di competenza, di rigore, di far emergere una cultura politica lontana anni luce dalle veline e dal modello che rappresentano: è finito quel tempo.
E stavolta non passa”.
 
 
 
Critica è anche Sofia Ventura di Farefuturo il think tank degli ex aennini.
“Possibile mai – dice - che in questo partito non si impara mai nulla?
Candidare delle veline significa anche mostrare una pesante indifferenza nel valore delle istituzioni oltre a veicolare un modello davvero avvilente della figura femminile, talmente povera da rappresentare un aggravante per il sistema della credibilità politica di questa maggioranza. Mi sento molto a disagio perché e’ chiaro che il Cavaliere ha 74 anni, ha un’idea della donna che, per essere buoni, è assai lontana dalla realtà e anche da quello che le donne oggi rappresentano nella società. Questo tuttavia non può rappresentare una scusante; se lui insisterà nel mettere le veline dentro le liste, stavolta ci vorrà qualcuno che dentro il partito lo fermi”.
 


Quando scrissi un articolo, nell’aprile scorso per protestare contro le candidature delle veline non ricevetti alcuna manifestazione di solidarietà dalle donne del Pdl, anzi molte di loro mi accusarono di sessismo e di voler condannare le altre donne solo perché belle. Quindi il Cavaliere è circondato da yes men, ma anche yes woman che pur di conservare il posto faranno finta di non vedere. Io però, il partito lo sfido: abbiate il coraggio di dire basta e quello delle vostre azioni”.

Non aggiungo altro.

Se non che capita, a volte, di condividere anche quello che dicono gli esponenenti del PdL.

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