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Varoufakis e La primavera di Atene. "Uno spettro si aggira per l’Europa, lo spettro della democrazia"

[Abbiamo tradotto integralmente il discorso di Yanis Varoufakis alla Festa della Rosa di Frangy-en-Bresse. E ve lo presentiamo diviso nelle sue varie parti.

E’ un documento straordinario per comprendere il colpo di Stato antidemocratico che l’Eurogruppo ha perpetrato nei confronti della Grecia, la condizione di protettorato politico ed economico in cui versa la Grecia oggi e colpirà chiunque si opporrà ai diktat relativi all’austerità dei Signori dell’Euro. E’ una guerra contro la democrazia. E la stiamo perdendo]

Lasciate che vi dica perché sono qui con le parole che ho preso in prestito da un famoso vecchio manifesto. Sono qui perché:

Uno spettro si aggira per l’Europa – lo spettro della democrazia.

Tutte le potenze della vecchia Europa si sono riunite in una santa alleanza per esorcizzare questo spettro: i banchieri sponsorizzati dallo stato e l’Eurogruppo, la troika e il dottor Schäuble, gli eredi spagnoli del lascito politico di Francisco Franco e la leadership dell’ SPD di Berlino, i governi baltici che hanno sottoposto le loro popolazioni a una terribile e non necessaria recessione e la risorta oligarchia della Grecia.

Io sono qui di fronte a voi, perché una piccola nazione ha scelto di opporsi a questa santa alleanza. Per guardarli negli occhi e dire: “La nostra libertà non è in vendita“. La nostra dignità non è all’asta. Se noi abbandonassimo la libertà e la dignità, come ci chiedete di fare, l’Europa perderà la sua integrità e perderà la sua anima.

Io sono qui di fronte a voi, perché nulla di buono succede in Europa, se non parte dalla Francia.

Io sono qui di fronte a voi, perché la Primavera di Atene che ha unito i Greci e ci ha ridato

• il loro sorriso

• il loro coraggio

• la loro libertà dalla paura

• la forza di dire NO all’irrazionalità

• NO alla mancanza di libertà

• NO a una sottomissione che, alla fine, non beneficia anche l’Europa dei forti e dei potenti.

Quella magnifica Primavera di Atene, culminata in un 62% che afferma un maestoso NO all’irrazionalità e alla misantropia, la nostra Primavera di Atene, possa essere anche l’occasione per una primavera di Parigi, di Frangy, di Berlino, di Madrid, di Dublino, di Helsinki, di Bratislava, una primavera di Vienna.

Sono qui perché la nostra Primavera di Atene è stata schiacciata, proprio come la Primavera di Praga prima di essa. Naturalmente non è stato schiacciata con i carri armati. E’ stato schiacciata con le banche. Come disse una volta Berthold Brecht: “Perché inviare assassini quando possiamo impiegare gli ufficiali giudiziari?”.

Perché organizzare un colpo di stato quando è possibile inviare a un governo appena eletto il presidente dell’Eurogruppo per raccontare al nuovo ministro delle Finanze, tre giorni dopo il suo insediamento, che si trova di fronte una scelta: il programma di austerità preesistente, che ha portato alla Grande Depressione del suo paese, o la chiusura delle banche della nazione? Perché mandare truppe nel Paese quando si possono avere visite della Troika mensili con l’esplicito scopo della presa in consegna di ogni ramo del governo e la scrittura di ogni atto legislativo di una nazione?

Le elezioni non possono cambiare nulla

Quando nel mio primo incontro dell’Eurogruppo, a febbraio, ho suggerito ai ministri delle Finanze un compromesso tra l’attuale programma di austerità della troika e il nostro programma di riforme del governo appena eletto, Michel Sapin ha preso la parola d’accordo con me – per discutere in modo eloquente a favore di un terreno comune tra il passato e il futuro, tra il programma della Troika e il programma elettorale del nostro nuovo governo che il popolo greco aveva appena approvato.

Il Ministro delle Finanze tedesco intervenne subito: “Le elezioni non possono cambiare nulla”, ha detto. “Se ogni volta che c’è un’elezione cambiano le regole, la zona euro non può funzionare.”

Riprendendo la parola, ho risposto che, dato il modo in cui l’Unione è stata progettata (molto, molto male!), forse il dottor Schäuble non aveva tutti i torti. Ma ho aggiunto: “Se è vero che le elezioni non possono cambiare nulla, dovremmo essere onesti con i nostri cittadini e dire loro che, forse dovremmo modificare i Trattati europei e inserire al loro interno una clausola che sospende il processo democratico nei paesi costretti a prendere denaro in prestito dalla Troika. Che sospende le elezioni fino a quando la Troika decide che esse possono essere tenute di nuovo. Perché dovremmo porre il nostro popolo di fronte ai rituali di costose elezioni costose se le stesse non possono cambiare nulla? Ma, ho chiesto ai miei colleghi ministri, “è questo ciò per cui l’Europa è nata, colleghi? E questo ciò per cui il nostro popolo ha firmato?”

A pensarci bene, questa ammissione sarebbe il miglior regalo mai fatto al Partito comunista cinese, che crede anche lui che le elezioni siano una complicazione pericolosa per ottenere un modello di governo efficiente. Naturalmente si sbagliano. Come disse Churchill, la democrazia è un sistema terribile. Ma è la migliore di tutte le alternative, anche in termini di efficienza economica, a lungo termine.

Un gelido silenzio seguì per qualche secondo nell’Eurogruppo. Nessuno, nemmeno il solitamente abrasivo sig, Djisselbloem, riusciva a trovare qualcosa da dire fino a qualche collega dell’Europa orientale non ha rotto il silenzio con un altro incantesimo del Libro dei Salmi dell’Austerità della Troika.

Con la coda dell’occhio vedevo Michel Sapin con lo sguardo desolato. Mi sono ricordato di qualcosa che mi aveva detto a Parigi, quando ci siamo conosciuti nel suo ufficio: “La Francia non è più quella di una volta.”

Sino dalla mia gioventù ho guardato alla Francia come ispirazione, forse ricordando che il modo con il quale la Grecia riemerse nel mondo moderno è stato ispirato dalla rivoluzione francese, con l’eco di citazioni di Voltaire e Rousseau nella mia testa. In quel momento, il silenzio di Michel è stato difficile da sopportare. La vista e il suono di impotenza della Francia è un presagio di un’Europa che ha perso la sua strada.

Un colpo di stato molto europeo

Ripenso ai giorni della dittatura in Grecia del 1967-1974, quando i carri armati governavano le strade di Atene, e i democratici greci venivano in Francia, viaggiavano in Germania, Austria, Svezia, Canada, Australia, per raccogliere sostegno per la nazione greca assediata. Galvanizzare la solidarietà con il popolo greco nella sua lotta contro la dittatura fascista.

Amici, io non sono qui oggi per raccogliere sostegno a favore della democrazia greca schiacciata.

Sono qui per dare il supporto e la solidarietà del popolo greco verso la democrazia francese.

Perché questo è ciò che è in gioco. La democrazia francese. La democrazia spagnola. La democrazia italiana. La democrazia in tutta Europa. La Grecia era e rimane, purtroppo, un laboratorio dove il potere distruttivo di auto-fallimento dell’ austerità è stato provato e testato. La Grecia non è mai stata un problema per la Troika ed i suoi tirapiedi. Voi lo siete!

Non è vero che i nostri creditori sono interessati ad ottenere i loro soldi indietro da parte dello Stato greco. O che vogliono vedere le riforme in Grecia. Se lo fossero, avrebbero discusso seriamente le nostre proposte per la ristrutturazione del debito pubblico della Grecia in modo da garantire che ottengano indietro la maggior parte di esso. Ma non gliene poteva importare di meno. Hanno invece insistito per la nostra resa.

Era l’unica cosa della quale si sono curati.

Si preoccupavano unicamente di una cosa: di confermare l’affermazione del Dottor Schäuble che le elezioni non possono essere autorizzate a cambiare qualcosa in Europa. Che la democrazia finisce dove inizia l’insolvenza.

Quelle orgogliose nazioni che hanno problemi di debito devono essere condannate a una prigione del debito entro la quale è impossibile produrre la ricchezza necessaria per ripagare i propri debiti e uscire di prigione. Ed è così che l’Europa si sta trasformando dalla nostra casa comune alla nostra comune gabbia di ferro.

Questo è importante. Voi leggete i giornali e ascoltate i programmi radiofonici e televisivi che ci bombardano con la narrazione calmante che l’Eurogruppo, la troika attorno alla quale l’Eurogruppo è costruito, i programmi di austerità vertono tutti su RIFORME, tutti sul costringere la fallita economia greca ad aumentare la sua ricchezza in modo che possa pagare i propri debiti e fermare quell’imposizione sul resto d’Europa.

Solo, che questo, non è come funziona l’Europa in pratica. Se voi foste stati una mosca sul muro, guardando i nostri negoziati avreste visto così come ho visto io, che la signora Lagarde, Draghi, Juncker, certamente il dottor Schäuble, erano interessati a una cosa sola: dettarci ‘condizioni di resa’.

Condizioni che mettessero fine alla Primavera di Atene. Condizioni che spazzino via il sorriso di coloro che in tutta Europa ci guardavano e pensavano che una nuova politica è possibile. Condizioni imposte dai creditori, che, incredibilmente, garantiscano che il debitore non possa essere in grado di ripagargli i debiti, vecchi e nuovi.

 

(Continua)

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