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Uscire dalla crisi del capitalismo o uscire dal capitalismo in crisi?

L'economista Samir Amin (nella foto) sostiene che l'accumulazione dei capitali, caratteristica predominante del capitalismo, arricchisce le “società dei centri” mentre impoverisce le periferie "dominate e sfruttate”. Secondo Amin il capitalismo storico è basato su forme successive di accumulazione per spossessamento delle regioni “conquistate” che diventano le periferie del sistema.

L’accumulazione per spossessamento prosegue sotto i nostri occhi nel tardo capitalismo degli oligopoli contemporanei. Nei paesi del centro, la rendita di monopolio di cui beneficiano le plutocrazie oligopolistiche è sinonimo di spossessamento dell’insieme della base produttiva della società. Nelle periferie, questo spossessamento pauperizzante si manifesta nell’espropriazione dei contadini e con il saccheggio delle risorse naturali delle regioni interessate. Entrambe le pratiche costituiscono i pilastri essenziali delle strategie espansionistiche del tardo capitalismo degli oligopoli”.

Tra l'altro per Samir Amin dietro la crisi finanziaria del 2008 c'è la crisi sistemica di quelli che egli definisce “oligopoli”.

Egli dice anche che: “Capitalismo degli oligopoli, potere politico delle oligarchie, mondializzazione barbara, finanziarizzazione... militarizzazione della gestione della mondializzazione al servizio degli oligopoli, declino della democrazia, saccheggio delle risorse del pianeta e abbandono delle prospettive di sviluppo del Sud sono tutti fenomeni indissociabili” .

Quindi Samir Amin fa una lucida analisi delle cause della crisi economica odierna, cause che risalgono alle origini del “capitalismo storico” insieme a cause insite al “tardo capitalismo”.

Per capire ancora meglio la sua visione economica:

Intendo dire che gli oligopoli da soli dominano la riproduzione del sistema produttivo nel suo complesso. Essi sono “finanziarizzati” nel senso che essi soli hanno accesso al mercato dei capitali. Tale finanziarizzazione presta al mercato monetario e finanziario – il loro mercato, quello su cui si fanno concorrenza fra loro – lo status di mercato dominante, che a sua volta forgia e domina i mercati del lavoro e dello scambio dei prodotti. La finanziarizzazione mondializzata si esprime con una trasformazione della classe dirigente borghese, divenuta ora plutocrazia redditiera”.

Samir Amin “attacca” dunque l'accumulazione capitalistica attuata tramite lo “spossessamento delle periferie”, attacca il capitalismo degli oligopoli, attacca fenomeni come la “mondializzazione” e la finanziarizzazione del sistema economico, attacca quella che egli definisce “plutocrazia redditiera”.

Inoltre egli sostiene anche che nella odierna “mondializzazione imperialistica, il dominio dei centri non si esercita più per mezzo del monopolio della produzione industriale ma con altri mezzi (il controllo delle tecnologie, dei mercati finanziari, dell’accesso alle risorse naturali, dell’informazione e della comunicazione, delle armi di distruzione di massa)”.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.26) 3 novembre 2012 18:56

    Samir Amin per molti aspetti ha ragione quando afferma che l’accumulazione dei capitali “arricchisce i centri” e “impoverisce le periferie”, in queste periferie del sistema sono collocati i lavoratori i quali vivono in modo drammatico lo spossessamento del loro potere contrattuale fino alla ghettizzazione, attraverso l’uso di tecnologie avanzate, di appannaggio capitalista, che hanno modificato il concetto di monopolio industriale.  Finanziarizzazione e globalizzazione mettono in ginocchio gli Stati (vedi Europa con lo “spread” per l’aspetto finanziario e controllo dei mercati con la globalizzazione attraverso le multinazionali e l’oligopoli dei capitali). Mentre l’oligopolio ormai ha raggiunto la mondializzazione espropriando tutte le periferie e tutti i Sud, i lavoratori che con il motto marxisiano “lavoratori di tutto il mondo unitevi”, avevano raggiunto traguardi ammirevoli, adesso si trovano divisi, più poveri e senza potere contrattuale adeguato. E’ nata la “casta” del capitalismo a livello mondiale che è autosufficiente in tutto, al punto da potersi permettere il lusso non solo di escludere i lavoratori, ma anche gli Stati, da qualsiasi progetto di espansione e di dominio. L’analisi di Samir Amin è minuziosa, ma è necessario indicare la strada da percorrere, quali strumenti creare per uscire da questa morsa che ha preso prigioniero il mondo.

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