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Il caso Lusi non è isolato. Una valanga per sotterrare le macerie politiche del nostro Paese

C'è un senatore della Repubblica del PDL già condannato per bancarotta, ora rinviato a giudizio per una truffa legata ai contributi pubblici sui giornali.

C'è un altro senatore della Repubblica del PDL, che in un solo giorno ha guadagnato 18 milioni di euro (pari a 18000 mensilità di un callcenterista da 1000 euro), grazie alla compravendita di un palazzo in centro Roma.

Nel passato ci sono stati i casi dell'ex ministro Scajola (casa pagata a sua insaputa), di Patroni Griffi (casa acquistata dall'Inps a prezzo di favore), del sottosegretario Malinconico (vacanze pagate a sua insaptuta).

C'è ora un senatore della Repubblica del PD che ha rubato dal tesoro del suo ex partito (la Margherita che non c'è più, ma che prende i contributi elettorali), perché ne aveva bisogno, senza che nessuno se ne accorga. Senza che nessuno ne chieda le dimissioni.

Ora ha chiesto di patteggiare la pena, offrendo la metà dei soldi fregati (e qui penso alle persone cui Equitalia chiede il pagamento delle tasse, con tanto di interessi...).



E nel passato c'era stato il caso dell'ex capo della segreteria di Bersani, sotto indagine per le mazzette del sistema Sesto. Senza che il segretario di quel partito ne sapesse nulla.

Sempre in Lombardia potremmo parlare degli altri arresti per corruzione e bancarotta. Sempre all'insaputa del presidente della regione. Ma potremmo parlare anche dell'ex capo del governo, futuro prescritto per un reato di corruzione, sotto processo per altri reati (prostituzione minorile, diritti tv...).

Dello Ior difeso nel passato dall'attuale ministro della giustizia. Della Rai in cui governa ancora PDL e Lega (all'opposizione in parlamento) nonostante la presidenza di garanzia.

Di fronte a questi scenari di macerie politiche tornano a mente le parole di Sandro Pertini (esce in questi giorni il libro di Chiarelettere "La politica delle mani pulite"):

Amici miei, io non resto un minuto di più su questa sedia se la mia coscienza si ribella. Non accetterò mai di diventare il complice di coloro che stanno affossando la democrazia e la giustizia in una valanga di corruzione.

Ecco, poiché ci aspettiamo che nessuno si alzi in piedi per non sedere accanto a corrotti e pregiudicati, sarà inevitabile attendere che la valanga sotterri tutto.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.144) 1 febbraio 2012 21:10

    ERRORE!

    La valanga non deve sotterrare le macerie politiche, ma deve sotterrare tutti i POLITICI, perché sono MISERABILI e i fatti che stanno emergendo, purtroppo stanno confermando questa speranza.

    E’ vero che "HANNO FAMIGLIA", anche loro, ma per essere o diventare un amministratore pubblico occorre che almeno abbiano un mestiere e non per aver fatto il galoppino o portaborse nei partiti. Roba da preistoria!

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