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Una sigaretta con Helmut Schmidt: per un’Europa meno fueggeriana, più vicina a Russia e Grecia...

 La sigaretta è, per lui, un'icona, come già per Jean Paul Sartre, "un pensatore molto interessante", e ad essa è intitolato l'editoriale su "Die Zeit" di quello che dopo essere stato "Der Kanzler" è divenuto anche l'Eugenio Scalfari tedesco: Helmut Schmidt, classe 1918, tutt'oggi il più autorevole politologo della Germania nonché il politico più popolare nei sondaggi.
 
Una visione di politica estera, soprattutto per quanto concerne Europa, Russia e Mediterraneo, condivisa (a suo tempo) tanto con i francesi Valery Giscard D'Estaing e François Mitterand quanto con l'italiano Giulio Andreotti di cui ammirava il talento politico sia per l'apertura sulla Palestina con il ricevimento in parlamento di Yasser Arafat, sia nei confronti della Russia per l'abilità con cui l'agire della sinistra italiana, da Togliatti a Berlinguer fu utilizzata per la messa in atto di grandi opere e progetti di collaborazione quali "Togliattigrad" o il metanodotto.
 
La sua visione e capacità politica hanno fatto di lui "Lo Statista" europeo della seconda metà del Novecento e l'ultimo grande statista tedesco. Se però i riferimenti sono valoriali ed idealistici, l'occhio è volto - come già per l'etica di Aristotele - alla prassi, alla Realpolitik: "...il comportamento del leader del Cremlino è comprensibile". Certamente i valori e le idee sono fondamentali, come il diritto e la giustizia, ma Schmidt è ben lontano dalla concezione del diritto come "fiat Jus pereat mundus" e così a Matthias Nass, alla domanda: l'annessione della Crimea è una violazione del diritto internazionale? Risponde: "Ho i miei dubbi. Il diritto internazionale è molto importante, ma è stato violato molte volte. Per esempio l'ingerenza nella guerra civile in Libia: l'Occidente ha ben ecceduto il mandato del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Lo sviluppo storico della Crimea è più importante del diritto internazionale. Fino ai primi anni Novanta l'Occidente non ha dubitato che Crimea e Ucraina fossero parti della Russia". Ma la Crimea è parte di uno Stato indipendente... "Di uno Stato indipendente che non è uno Stato nazionale. E' molto discusso tra gli storici, se esista una nazione ucraina". Per l'Occidente, insisto, in Crimea è violazione del diritto internazionale... "Una violazione contro uno Stato che, provvisoriamente, attraverso la rivoluzione di Majdan, non esisteva e non era capace di funzionare...". Per l'ex Cancelliere a tutt'oggi la Russia rimane ciò che era ai tempi del suo cancellierato, non solo per lui ma anche per Giscard d'Estaing, per Mitterand, per Andreotti, per Jimmy Carter: un Paese di rango "A" e con la A maiuscola per cui non andava assolutamente escluso da quello che da G8 è tornato ad essere G7 con un non dissimulato senso di offesa da parte di Putin. Di quest'ultimo poi Schmidt condivide - e le avrebbero condivise anche tanto Giulio Andreotti quanto Enrico Berlinguer - l'opinione sulle sanzioni: sono del tutto inutili e danneggiano soprattutto l'Europa. Anche per la Grecia l'opinione è distante da quella attualmente seguita dalla UE, si sarebbe infatti potuto evitare di fare praticamente una questione di principio per un debito di dimensioni tutto sommato non troppo importanti a livello europeo... Una visione d'insieme perciò che fa chiaramente apparire quella del trio Obama - Lagarde - Merkel come, più che una vera politica europea, una sorta di ripresa della famigerata politica banchieristica dei Fuegger...
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