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Una mercificazione enorme dei sentimenti e delle emozioni umane

Oggi in tanti programmi televisivi è presente una mercificazione enorme delle emozioni umane. Tutto è spettacolarizzato, tutto è vendibile, tutto è mercificabile per la tv contemporanea: dai sentimenti ai drammi umani e sociali. Tutto ciò avviene davanti alle telecamere che interrompono il loro “spettacolo di vendita” solo per dar spazio alla pubblicità che rappresenta la “vendita vera e propria”. Una vendita vera che interrompe la vendita “subdola e meschina” dell’immagine, di concetti, di idee, di stili di vita e come anticipato prima anche di sentimenti ed emozioni umane.

La società dei consumi che col tempo è diventata anche società dell’immagine e dell’apparire non rinuncia a niente pur di vendere, pur di mercificare, pur di mercanteggiare ogni cosa possibile e immaginabile. La società dell’immagine e del consumo, che è allo stesso tempo anche società borghese e imprenditoriale, ha sostituito il contatto e il calore umano tra gli individui con il nudo interesse mercantilistico di voler vendere qualsiasi cosa in un epoca del “marketing perenne”, in un’epoca della narratologia e dell’oratoria al servizio della vendita “spudorata”. Inganno mistificatorio, quello messo in scena dalla televisione come da altri media, inganno al servizio della società dei consumi e della “dimensione dei consumi" che è ormai l’unica dimensione piatta e senza confini, arida e deserta (come cantava Celentano), la quale contiene tutti gli individui; la “dimensione del consumatore”, che ha l’illusione di possedere la libertà di scegliere cosa volere e cosa consumare.

Una società dell’immagine e dei consumi dove per ogni individuo sono diventate caratteristiche essenziali il saper vendere e il saper comunicare le proprie aspirazioni, i propri sogni, il proprio stile di vita etc. in un esibizionismo senza limiti che si manifesta nel web come nella vita quotidiana.

 

Foto: Flickr (Tortuga)

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.82) 21 aprile 2014 23:32

    non so dove viva l’autore dell’articolo.. dove vivo io il contatto e il calore umano esistono ancora e le persone vivono di ben altro che di "nudo interesse mercantilistico". E poi se in tanti programmi televisivi si trovano esibizionismo e superficialità, non mi risulta che ci sia l’obbligo di guardare tali programmi o di vivere seguendone l’idiozia.. nella nostra società non c’è solo tv spazzatura, ci sono tantissimi spazi di cultura, aggregazione, politica, informazione, etc.. ci sono libri, fumetti, film, buoni programmi tv e radio, musica, canzoni, siti internet, giornali, riviste, musei, eventi, festival, manifestazioni, etc.. e poi spazi di aggregazoni: pub, centri sociali, parchi, chiese, piazze, etc.. non si capisce perchè di tutto quello che c’è - anche grazie al mercato - alto e basso, stupido e intelligente, colto e ignorante, profondo e superficiale, etc.. si debba fissarsi sulla tv spazzatura e farne la cifra della nostra società traendone un’invettiva del genere..

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