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Una lettura estiva per una risvegliata meditativa

Bene, è giunta l’ora di farvi un bel “Discorso sulla servitù volontaria” (www.chiarelettere.it, 2011).

Durante il relax della vacanza potete trovare il tempo per fare una riflessione sul servilismo, un male antico che colpisce ancora troppi italiani. Il nobile de La Boétie scrisse un bel classico molto sintetico a poco più di vent’anni (anche grazie a questo diventò il miglior amico di Montaigne) e questa ripubblicazione è introdotta da un saggio dello studioso Paolo Flores d’Arcais e seguita da una brevissima e spiritosa dissertazione di Paul H.D. d’Holbach: “Saggio sull’arte di strisciare a uso dei cortigiani” (filosofo tedesco naturalizzato francese, 1723-1789, la pubblicazione avvenne postuma nel 1813).

Naturalmente il servilismo è una condotta che si può riscontrare a ogni livello gerarchico, ma forse la cosa più difficile da comprendere rimane sempre l’appoggio di buona parte della popolazione ai sistemi totalitari. Infatti “Com’è possibile che tanti uomini sopportino un tiranno che non ha forza se non quella che essi gli danno. Da dove prenderebbe i tanti occhi con cui vi spia se voi non glieli forniste? Siate risoluti a non servire più, ed eccovi liberi” (La Boétie).

Naturalmente c’è chi premia i comportamenti servili nella lunga catena gerarchica e c’è pure un durevole scambio di favori ai diversi livelli gerarchici, che quando le cose vanno bene ricadono anche ai livelli gerarchici più bassi. Infatti in molti luoghi di lavoro pubblici si creano molti livelli dirigenziali e così piano piano si ritrovano quasi tutti dirigenti e la spesa per gli stipendi dirigenziali finisce per cannibalizzare i necessari investimenti nelle strutture pubbliche e nei servizi ai cittadini (vedi il caso delle ex Ferrovie delle Stato che per mantenere buoni dirigenti e sindacati non hanno trovato i soldi per rimodernare molte linee ferroviarie).

Comunque pure io come de La Boétie “vedendo questa gente che striscia ai piedi del tiranno talvolta ho pietà della loro stupidità. Non basta che obbediscano, devono compiacerlo, devono ammazzarsi per i suoi affari”. Purtroppo sono fatti così e non sanno fare di meglio per procurarsi qualcosa per vivere. Siccome la mamma dei cretini è sempre incinta, si è evoluta una sottospecie di essere umani con le braccia più lunghe e leste. E lingue più lunghe, felpate e funeste. In genere durante le guerre trovavano la morte molte delle persone più coraggiose, oneste e idealiste, innumerevoli stupidi e raramente gli individui più servili (sapevano trovare il modo di imboscarsi).

Però “senza dubbio l’abitudine, che in ogni campo esercita un potere enorme su di noi, non ha in nessun altro campo una forza così grande come nell’insegnarci la servitù… c’insegna a ingurgitare, senza trovarlo amaro, il veleno della servitù… la natura ha su di noi minor potere dell’abitudine, dato che qualunque inclinazione naturale, per quanto favorevole, si perde se non è coltivata, e l’abitudine ci plasma sempre a suo modo, malgrado l’inclinazione naturale” (p. 23).

E dopotutto si può servire dignitosamente. Basta non fare i soliti ruffiani italiani.

 

Nota - La comunità degli autori di Chiarelettere ha creato un blog a più voci per superare l’atavico servilismo del mondo dell’informazione italiano: www.cadoinpiedi.it. E dato che la satira può affondare il servilismo, bisogna trovare anche il tempo di guardare le vignette di www.nonsai.it.

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