• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Un governo di sciacquette

Un governo di sciacquette

Al di là delle nostre idee politiche, al di là delle nostre simpatie per questo o per quel partito, al di là del nostro essere progressisti o conservatori, al di là di tutte queste divergenze che in Italia oggettivamente non significano assolutamente nulla, è il caso di vedere le cose per quelle che sono. E non è certo un bel vedere.

Tra le ultime intercettazioni pubblicate dai giornali, in una c’è la chiara rappresentazione del degrado politico, della prostituzione istituzionale, della rappresaglia perenne ai valori fondamentali della democrazia moderna a cui ci hanno e ci siamo condannati. In questa telefonata avvenuta tra il consigliere regionale della Lombardia Nicole Minetti e la starlet Barbara Faggioli si parla delle loro speranze per il futuro, un futuro in politica ovviamente. La Minetti è indecisa se rimanere a Milano come consigliere regionale, dato che sta “da Dio”, o farsi eleggere in Parlamento. Anche la Faggioli è titubante, dato che per lei si prospetta una possibile elezione a consigliere comunale di Milano, di cui non sembra del tutto soddisfatta, dato lo stipendio “di seicento euro”. Insomma, al telefono due belle ragazze, con alle spalle un accenno di carriera televisiva e niente più (a meno che non si elevi a titolo di distinzione la laurea in igiene dentale della Minetti) si confidano le loro indecisioni su quali posti pubblici di rilievo sarebbe meglio occupare, come se stessero parlando di quale borsa regalare alla loro migliore amica. Il quadro è desolante, di quelli che fanno cadere le braccia, e anche qualche altra cosa.

A un tratto la Minetti afferma: “Comunque menomale, io un po’ di gavetta l’ho fatta. Insomma, non pensare che Mara (Carfagna) ne abbia fatta tanta di più” e la Faggioli ribatte, sicura di sé: “ Ma stai scherzando? Prima di diventare ministro è stata un anno in Parlamento, amore!”. Se per la Faggioli un anno di Parlamento è sufficiente per diventar ministri, per noi è sufficiente solo un secondo per comprendere lo spessore intellettuale di queste due belle fanciulle. Non che sia un delitto, essere persone frivole. In democrazia è riconosciuto anche il diritto alla frivolezza, alla pochezza, all’insulsaggine. Ma non è riconosciuto, almeno formalmente, il diritto a essere eletti a cariche pubbliche unicamente in virtù di questi indegni requisiti. Se è vero che l’accattonaggio di queste ragazze è direttamente proporzionale alla loro avvenenza estetica, non è comunque da attribuire a loro tutta la colpa di questo turpe do ut des. La fetta più grande della torta se la merita certamente Silvio Berlusconi e, con lui, tutti quei politici che hanno da sempre coperto o favorito questo sistema di “candidature”. Anche quelli che si sono semplicemente voltati dall’altra parte.

Il fatto che si possa venir eletti a ricoprire determinati incarichi pubblici, anche di rilievo, con delle enormi responsabilità nei confronti dei cittadini senza che sia richiesta una seria preparazione, un’onesta intellettuale, una capacità oggettiva e un’attitudine particolare per l’ambito in cui si è chiamati a lavorare, è semplicemente vergognoso. Non solo per lo stipendio che queste persone ricevono, ma anche e soprattutto per i danni che possono fare a causa delle loro incapacità.

 Dopo aver letto queste conversazioni, il dubbio, che col passar del tempo assomiglia sempre più a una mezza certezza, diventa assillante. E le domande, numerose. Anche per la Gelmini è stato così facile essere eletta? E per la Meloni? E la Brambilla? La Santanchè?

Inutile dilungarsi ancora in domande che, per quanto lecite, non troveranno risposta. Tuttavia, come detto all’inizio, al di là delle proprie preferenze politiche, è arrivata l'ora di togliersi le fette di salame dagli occhi. Berlusconiani e non, è doveroso comprendere non solo da chi siamo governati, ma soprattutto da chi vogliamo realmente essere guidati in futuro. Se da politici preparati e qualificati, o da una combriccola di sciacquette. Ed è proprio il caso di chiederselo, amore.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox




Palmares