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Melania Rea: un’altra ombra. Parolisi ha avuto un complice?

Le indagini continuano e i misteri aumentano. Una chiamata anonima, un uomo misterioso, un secondo mandato d'arresto per Parolisi e l'ombra di un complice nell'uccisione di Melania Rea.

Le indagini continuano sul caso di Melania Rea e non mancano i colpi di scena.

Il fascicolo del caso è passato in mano alla Procura di Teramo per competenza territoriale. Ma questo non ha impedito alla polizia di continuare produttivamente ad avanzare nelle indagini.

Dopo un secondo mandato d'arresto per Parolisi, compare nell'ipotesi investigativa una seconda persona che sarebbe coinvolta nell'omicidio. Dall'autopsia sarebbe emerso che il corpo avrebbe subito delle violenze post mortem. Seguendo questa traccia l'accusa sta vagliando la possiblità che il marito di Melania abbia incaricato un'altra persona di compiere questa violenza sul corpo della donna.

Per verificare tale ipotesi, gli inquirenti stanno analizzando anche il telefono di Melania. Dalle prime analisi del traffico telefonico era risultato che il telefonino è stato acceso e subito spento il mattino del 20 aprile scorso nel luogo del ritrovamento del corpo. Un altro fatto molto strano a cui ancora non è stata data una risposta è la chiamata che avvisò i carabinieri della presenza di un corpo a Ripe di Civitella. Non si è ancora riusciti a individuare di chi sia la voce dell'uomo che chiamò il 20 aprile scorso. 

I carabinieri di Ascoli hanno diffuso l'audio della chiamata il 23 luglio, nella speranza che qualcuno riesca a riconoscere dalla voce la persona che ha denunciato la presenza della vittima.

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