Un’altra Europa, un’altra Italia. Altro che antipolitica
Il crollo nei mercati, la vittoria degli euroscettici (in Francia), lo spread che risale (e qualcuno chiederà altra liquidità), l'elettorato che si divide in chi non vota (e non solo in Italia) e chi invece si sposta sempre più a destra (via gli immigrati, i gay, i diversi).
A chi serve un'Europa così? Che impone vincoli (come quello del pareggio di bilancio) senza dare nulla in cambio alle persone. Taglio pensione, taglio welfare, delocalizzazioni.
E a cosa servono poi i governi che dietro la linea Europa si riparano, quelli che “ce lo chiede l'Europa”. In una intervista a Radio Popolare il sottosegretario Polillo questa mattina commentava l'operato del suo governo dicendo “abbiamo fatto quello che potevamo”.
Ma sono le persone che chiedono un altra Europa, un altro tipo di politica e di economia: gli Stati Uniti pagano le aziende americane affinché rientrino a produrre negli Usa. Noi festeggiamo la Fiat che sbarca in Cina.
Andiamo a dire ai giovani che se ne devono andare (loro, non quelli che hanno creato il debito pubblico o che hanno applicato le ricette fallimentari del neoliberismo) perché in Italia non c'è più spazio o opportunità.
Dobbiamo cambiare, prima che il vento dell'estrema destra spazzi via tutto, come già successo nella vecchia Europa. Altro che antipolitica.
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