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Ultime dal paese che ne uscirà meglio degli altri

Restano basse le previsioni di crescita dell’economia italiana stilate dalla Banca d’Italia. Secondo quanto si legge nel bollettino economico di Via Nazionale nel nostro paese “il Pil manterrebbe sia nel 2011 sia nel 2012 il basso ritmo di crescita dell’anno passato, intorno all’1%”, inferiore quindi alle stime dell’area euro (+1,5%) e sostenuto principalmente dall’export, mentre i consumi interni resterebbero al palo.

Alla fine del 2012, nota la Banca d’Italia, il Pil avrebbe recuperato circa la metà della perdita subita nel corso della recessione (pari a quasi sette punti percentuali). Via Nazionale spiega come come “in prospettiva, le nostre esportazioni crescerebbero del 6 per cento quest’anno e del 5,3 nel prossimo. L’espansione delle vendite all’estero sarebbe meno robusta di quella del commercio mondiale, scontando perdite di competitività di prezzo delle imprese italiane.

Sul fronte degli investimenti “nel biennio 2011-12 quelli in macchinari e attrezzature si espanderebbero in media del 3,5 per cento all’anno, beneficiando del consolidamento delle prospettive di domanda e di profittabilità delle imprese” mentre quelli residenziali, dopo una caduta di oltre 15 punti percentuali nel triennio 2008-2010, ristagnerebbero ancora nell’anno in corso, per tornare a crescere di circa il 2 per cento nel 2012; quelli pubblici risulterebbero in flessione sia nell’anno in corso sia nel prossimo”.

I consumi privati continuerebbero a crescere a un ritmo appena inferiore a quello del prodotto, pari allo 0,8 per cento sia nel 2011 sia nel 2012. La spesa delle famiglie sarebbe frenata, oltre che da un graduale aumento dei costi di finanziamento (desumibile dalle attese dei mercati sui tassi di interesse a medio e lungo termine), dalla perdurante incertezza circa le prospettive occupazionali e dai minori trasferimenti dal settore pubblico; tali fattori orienterebbero le scelte delle famiglie italiane verso un maggiore risparmio

Che tradotto vuol dire, in estrema sintesi:

  1. Siamo ben lontani dall’aver recuperato la non-caduta della non-crisi che non-abbiamo subito nel 2008 (quando tutti tranne noi crescevano) e del 2009;
  2. Perdiamo competitività;
  3. Non aspettiamoci contributi espansivi da parte dei consumi pubblici;
  4. Le famiglie sono attese aumentare il risparmio precauzionale, anche a causa delle pessime condizioni del mercato del lavoro;

Come i più arguti tra voi avranno intuito, con un Pil che crescerà (se tutto andrà bene) dell’1 per cento e costi di finanziamento previsti in ascesa, per surriscaldamento della congiuntura e/o per eventuale aumento del premio al rischio-Italia, una nuova manovra correttiva di finanza pubblica più che un’ipotesi è una certezza.

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