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Ultime da Pechino. I campioni che hanno fatto storia

Seconda delle tre puntate sui campioni che, dopo Pechino, sono già nella storia.

Una carriera sempre ai vertici è stata quella del lottatore uzbeko Artur Taymazov, oro nella categoria 120 kg, dopo l’oro di Atene nella stessa categoria e il bronzo di Sidney in quella 130 kg. Taymazov, ventinove anni, ha già avuto una carriera eccezionale. All’inizio le prendeva dallo slovacco David Musulbes, ma dopo i malanni fisici del 2002, ai campionati del mondo di New York del 2003 ha ottenuto la sua prima grande vittoria contro il padrone di casa Kerry McCoy. Dopo Atene ha avuto altri passi falsi, ma nel 2006 ai mondiali di Guangzhou è riuscito a rivincere nella sua categoria. A Pechino è arrivato molto carico, vincendo facile fino alla semifinale, quando ha incontrato la bestia nera Musulbes. La vittoria di misura per 2-0 gli ha spalancato le porte della finale, vinta nettamente sul russo Bakhtiyar Akhmedov.

Un atleta che non ha vinto due medaglie d’oro olimpiche, ma che merita di entrare in questa nostra carrellata dei “piccoli” grandi di Pechino è Somjit Jongjohor, peso mosca thailandese. Jongjohor è stato medaglia d’oro nei pesi mosca ai giochi asiatici del 2002 (che in queste categorie di peso vale tantissimo per la serie di incontri difficilissimi e atleti eccezionali che bisogna incontrare) e ai mondiali casalinghi di Bangkok nel 2003. Agli asiatici del 2006 e ai mondiali di Chicago del 2007 si è classificato secondo, sconfitto in questa ultima manifestazione dallo statunitense Raushee Warren. A Pechino, Warren è stato sconfitto al primo incontro dal sudcoreano Lee Ok-Sung, per cui la strada verso la finale contro il cubano (assente a Chicago) Laffita Hernandez era spianata. In finale il ritmo indiavolato del thalilandese ha messo completamente fuori giri i contrattacchi del cubano che ha dovuto soccombere per 8-2 Mariel Zagunis è una predestinata: i suoi genitori Robert e Cathy, hanno partecipato alle Olimpiadi del 1976 di Montreal nel canottaggio e i fratelli Marten e Merrick sono nella squadra di sciabola maschile. Ma l’atleta-mito di casa è lei, capace di vincere le prime due edizioni della gara di sciabola femminile introdotta alle Olimpiadi a partire da Atene 2004. A Pechino le avversarie più dure sono state le sue connazionali Rebecca Ward, sconfitta in semifinale con il punteggio di 15-11 e Sada Jacobson, sconfitta in finale 15-8. Lo stile della Zagunis è irresistibile, con passetti piccoli e frenetici si avvicina all’avversaria come un animale alla preda e la sua stoccata è fulminea e precisa come un robotizzato movimento che scatta al nanosecondo.

Altro atleta imbattibile da quando è apparso sulle scene internazionali è il kazako Ilya Ilin, oro nel sollevamento pesi categoria 94 kg. Nato il 24 maggio 1988, appena diciassettenne vinse i campionati mondiali di Doha del 2005. In un anno passò alla categoria dieci chili superiore e senza battere ciglio rivinse l’oro mondiale a Santo Domingo. A Pechino è arrivato come favorito numero 1 e ha dimostrato di essere un gradino superiore a tutti vincendo con un totale di 403 kg sollevati sul polacco Kolecki e il russo Akkaev.

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