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Ulderico Pesce torna a teatro e parla di monnezza, amianto e Fiat

Dal 25 ottobre al 13 novembre in scena all’Ambra alla Garbatella (Roma) con tre spettacoli: "Asso di monnezza" (25/30 ottobre) "FIATo sul collo" (1-6 novembre, dove è affiancato da Andrea Satta dei Tetes du bois) e "A come amianto" (8-13 novembre).

Ulderico Pesce torna a teatro. Dal 25 ottobre al 13 novembre sarà in scena all’Ambra alla Garbatella (Roma) con tre spettacoli: "Asso di monnezza" (25/30 ottobre) "FIATo sul collo" (1-6 novembre, dove è affiancato da Andrea Satta dei Tetes du bois) e "A come amianto" (8-13 novembre).

“In questi anni mi chiedo spesso che senso abbia il teatro nel mondo disastrato di oggi - dichiara l’autore, interprete e regista di questa trilogia –. Non so darmi una risposta razionale e oggettiva. Riesco solo ad avere una risposta interiore ed emotiva”. 

E la sua rabbia civile esplode nel teatro: “La vomito a teatro con l’augurio che questa mia rabbia possa coinvolgere emotivamente chi viene e produrre una “reazione sociale” che possa portare alla costruzione di un mondo migliore. Questo è lo spirito che mi ha spinto a portare in scena i lavori che presento all’Ambra Garbatella. In "Asso di monnezza” parlo dell’assurda esistenza nella capitale d’Italia della discarica di Malagrotta, in "FIATo sul collo" parlo degli operai della fabbrica di Melfi e in "A come amianto” racconto la fibra killer".

"Asso di monnezza" coprodotto da Legambiente e dal Teatro dei Filodrammatici di Milano, con il Centro Mediterraneo delle Arti, racconta i traffici illeciti dei rifiuti urbani e soprattutto di quelli industriali che attanagliano l'Italia e che fanno arricchire pochi a discapito della salute di molti e dell’ambiente, tanto da far dire che il vero asso nella manica è “quello di monnezza”, vale a dire che l'immondizia smaltita illegalmente offre una grande possibilità di arricchimento.

“E’ la storia di Marietta e della sua famiglia. Marietta è nata nella periferia di Napoli, a Pianura. Il balcone della sua casa si affaccia su una discarica di “monnezza” dove da 40 anni sono state versate tonnellate di rifiuti, tra i quali 1000 tonnellate di liquidi chimici pericolosissimi provenienti dall’Acna di Cengio (Savona). Nata in una famiglia poverissima il suo primo giocattolo l’ha trovato proprio in questa discarica: una bambolina spelacchiata che ancora conserva...”.

Lo spettacolo rientra nel filone del Teatro Civile già percorso da Ulderico Pesce con Storie di Scorie: il pericolo nucleare italiano. Il testo è stato scritto in base alla documentazione ufficiale della Magistratura italiana e al Rapporto ecomafie di Legambiente: molte delle indagini citate sono ancora in corso e nello spettacolo si denunciano i Clan della Camorra che si dedicano a questa fruttuosa attività, i funzionari delle Istituzioni pubbliche coinvolti e i titolari delle “finte” ditte di compost fertilizzante per l’agricoltura che sempre più spesso scaricano rifiuti tossici sulla terra agricola.

Due i punti sui quali si vuole far luce:

“Voglio far luce sul sistema di smaltimento dei rifiuti urbani di cui si parla abbondantemente sulla stampa, e che vede il Sud dell'Italia incapace di gestire la monnezza perché nelle mani della malavita e della clientela politica, e un Nord capace ed efficiente. E in secondo luogo sul sistema di smaltimento illegale dei rifiuti industriali, di cui la stampa non parla mai, e che vede il ricco Nord produrre rifiuti chimici pericolosissimi dei quali, parti consistenti, vengono scaricati nel Sud del'Italia, sulla terra agricola, nelle fabbriche di fertilizzante per l'agricoltura, nel mare, nei fiumi”.

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