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Uffa, sta Sinistra

Senza farla troppo lunga prendo a prestito quanto afferma un Signore di questa sinistra. Veltroni. Scrive, dando sfogo alla sua vis letteraria, ribadendo un luogo comune grosso così: "i produttori producono ricchezza". Non pago affonda il colpo ed aggiunge l'auspicio che si dia luogo alla "società dei produttori". Lo stesso auspicio che arriva dal presidente di Confindustria d'accordo con i vertici sindacali. 

Già, cosa c'è di meglio, nel pantano della crisi, che mettere in scena la commedia di una bella società fatta da imprese e da chi ci lavora? Personaggi che recitano la sovraccapacità produttiva, gli uni, mentre gli altri la fanno con il lavoro. In platea stanno gli interpreti, che non scorgono tale sconquasso. 
 
Va in scena, insomma, la commedia delle debolezze imprenditoriali, sindacali e pure quelle della politica. Non se ne parla nemmeno, grida Landini, insieme all'altro pezzo della sinistra, rinverdendo antichi furori tra capitalisti e comunisti, progressisti e conservatori, liberali e socialisti, destra e sinistra. 
 
Capitale e lavoro insieme? Giammai, appunto! Già, l'altra sinistra si crogiola con quelle insindacabili nostalgie novecentesche. Tra il male ed il peggio si mostra tutta l'inadeguadezza dei nostri ad affrontare l'oggi ed il domani che la crisi impone.
 
Una sinistra, insomma, che impreca cose vecchie e quando tenta il nuovo spreca risorse scarse.
Eh sì, perché, quando la capacità produttiva delle imprese diventa sovraccapacità, viene svalutato il valore delle merci, svalutato pure quel lavoro che le ha prodotte. Due svalutazioni che bruciano ricchezza!
Sinistra dei miei stivali: la crescita si fa con la spesa, non con la produzione né con il lavoro. La spesa dei consumatori fa il 60% del Pil.
 
Quando questi tizi questo smaltiscono sovraccapacità, fanno ri-produrre: così si crea pure occupazione. Capito, Signori? Per questa via si può pensare di tutelare l'impresa ed il lavoro. Già, e quando questa spesa manca sono guai. E se voi state in tutt'altre faccende affaccendati, a chi toccherà rappresentare questi gloriosi agenti economici?
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