• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Salute > Tumore della prostata: il 91% sopravvive a 5 anni dalla diagnosi

Tumore della prostata: il 91% sopravvive a 5 anni dalla diagnosi

Dopo il tumore al polmone e al colon, il tumore della prostata è il più diffuso tra gli uomini. Nel corso del 2015 in Italia sono stati accertati quasi 35.000 nuovi casi, seppur con un indice di mortalità stimato in discesa.

In realtà, l’aumento delle diagnosi di tumore della prostata è dovuto principalmente al perfezionamento delle tecniche di diagnosi precoce: il PSA (testa per la ricerca dell’antigene prostatico) ha consentito di effettuare la diagnosi precoce di un numero più alto di tumori, nel corso degli ultimi anni.

L’aumento della percentuale di diagnosi precoci è confermata anche dal tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi della patologia - circa il 91%. Si tratta di una delle percentuali più alte, all’interno del campo oncologico.

Se consideriamo inoltre che il tumore della prostata ha una incidenza che aumenta in modo progressivo con l’avanzare dell’età (circa il 30% tra i 45 e i 60 anni, oltre 95% superati i 60), il dato precedente è ancora più significativo (perché con l’avanzare degli anni, aumenta anche il numero delle possibili cause di mortalità).

Quando iniziare a sottoporsi regolarmente a visite urologiche di controllo?

Dopo i 50 anni è raccomandato un esame del PSA a scadenza annuale, oltre a una visita urologica di controllo (anch’essa, almeno a scadenza annuale).

Il PSA ha un tasso di affidabilità del 50% (è un esame che serve per misurare il tasso di concentrazione nel sangue di un enzima prodotto dalla prostata). La concentrazione del PSA nel sangue può aumentare esponenzialmente in caso di iperplasia prostatica o infezioni dell’apparato urinario).

Non solo: i valori del PSA possono essere alterati anche da azioni della vita quotidiana, come rapporti sessuali o delle pedalate in bicicletta. Anche sottoponendosi a ecografie o visite mediche, in condizioni che provocano una sorta di “massaggio alla prostata”, si può determinare una alterazione significativa della concentrazione di PSA nel sangue.

In caso di altri casi in famiglia di tumore della prostata, è buona norma anticipare le visite di controllo periodiche ai 40-45 anni: se un consanguineo ha contratto la patologia, la probabilità di contrarla a propria volta è doppia, rispetto a chi non ha altri casi in famiglia.

Per concludere, oggi è possibile diagnosticare il tumore della prostata in una fase precoce e sconfiggerlo con trattamenti mirati, senza grossi effetti sulla qualità della vita.

È fondamentale fidarsi del proprio medico e seguire i consigli da lui forniti, seguendo con precisione le prescrizioni e cercando di mettere da parte paure e ansie. Il tumore della prostata è una patologia che oggi si può arginare, con un po’ di attenzione e vigilanza.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità