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Trento, come una scuola privata cattolica insegna l’omofobia

In una scuola paritaria cattolica di Trento si insegna l’omofobia e si propugnano le presunte terapie riparative pseudoscientifiche per “curare” i gay. Viene usato un libro di testo, consigliato dall’insegnante di religione e vicepreside, per l’educazione all’affettività: testo scritto da un prete, don Gimmi Rizzi, ed edito dai salesiani.

Vi si legge che l’omosessualità è un “disordine nella costruzione della propria identità sessuale”, “una tendenza contro il progetto di Dio”, che “un rapporto fra omosessuali è dunque sempre da condannare”, che “all’origine dell’omosessualità non vi stanno cause genetiche (in altre parole gay non si nasce) ma vi stanno certe relazioni che il soggetto ha vissuto in famiglia e in altri ambienti che lo hanno portato ad un disordine nella costruzione della proprio a identità sessuale (per es. bisogni affettivi non soddisfatti durante l’infanzia)”: quindi “è alquanto opportuno accompagnare l’omosessuale perché MODIFICHI IL SUO ORIENTAMENTO SESSUALE” [il maiuscolo è nell’originale].

Una madre, venuta a conoscenza del tipo di nozioni insegnate alla figlia, ha denunciato l’accaduto. Ora la figlia non frequenta più quell’istituto. Il problema è che questa è la prassi dell’educazione cattolica dentro le strutture confessionali, perfettamente in linea con la dottrina. È assurdo che istituti del genere, nei quali si insegnano idee discriminatorie, vengano foraggiati dallo stato.

 

Leggi l'articolo di Elena Tebano su La27esima ora

Questo articolo è stato pubblicato qui

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