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Tre ore. E tre scimmiette in Parlamento. (Non sento, non vedo, non parlo)

Immacolata LEONE

Ci sono volute solo tre ore per dare il via libera al provvedimento che permette ai gruppi politici di accedere all’ultima tranche di fondi nonostante i conti non siano stati esaminati in tempo dai tecnici.

Tre ore per permettere ai partiti di incassare 45,5 milioni di finanziamenti pubblici senza nessun controllo contabile. Tre ore per fare finta di niente. Tre ore per lasciare fuori dalla loro coscienza la pelle e la disperazione dei milioni di italiani senza più niente.

Tre ore di menefreghismo plateale, indifferente, cialtronesco, qualunquista, indifferente, negligente ed incurante. Tre ore di ruffianesimo conclamato dei vari gruppi . Solo il M5s, va detto, ha votato contro e Sel si è astenuta, ma poi che significa astenersi? Boh!

Ad un certo punto la senatrice Paola Taverna, ha detto: “Voi fregate questi soldi ai cittadini italiani. Se destinaste quei soldi alle politiche sociali noi non vi chiameremmo ladri, ma benefattori”.

Le ha risposto il senatore Psi Enrico Buemi: “A chi fa il moralista da strapazzo si ricordi che verrà il giorno in cui ciascuno farà i conti con le proprie demagogie”. Cosa voleva dire? Misteri della fede.

Tre ore per le ministre mamme che si sono assicurate un tenore di vita degno per i loro amati figli e per sole tre ore non pensare alle altre mamme normali che non hanno piu niente per i loro figli. Nessun senso di colpa, mi raccomando: quello lasciamolo all’inconscio.

Tre ore per continuare imperterriti a far cadere nel vuoto cosmico con tutti i buchi neri una povera Italia che si sta sgretolando sotto l’occhio imperterrito di un Presidente della Repubblica assopito.

Ma se nei cosiddetti rappresentanti delle istituzioni non esiste più una sensibilità morale, una capacità di valutare la rispondenza a determinati valori delle proprie azioni e dei propri comportamenti, che cosa parliamo a fare?

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.239) 16 ottobre 2015 14:43
    Sandro kensan

    Grazie per l’artico che mi fa indignare, la solita indignazione scontata quando apro i giornali on line: siamo in Italia.

    «Tre ore per permettere ai partiti di incassare 45,5 milioni di finanziamenti pubblici senza nessun controllo contabile.» da cui si deduce (altra indignazione) che non si tratta di un rimborso spese ma di un finanziamento pubblico ai partiti abrogato da un Referendum popolare.

    Che cosa parliamo a fare non lo so ma so che i cittadini, gli elettori metteranno quasi tutti la stessa X che hanno messo nella scorsa elezione: l’Italia non cambia mai e se cambia è in peggio.

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