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Tra Santi, morti, Halloween e Dioniso

"Ed or noi tre quando verrem di nuovo, tra i lampi e i tuoni e la pioggia, a ritrovo?" "Quando la zuffa terminata sia, perduta e vinta la battaglia." "Pria dunque che il sol tramonti." "E dove il loco?" "Sulla landa." "Con Macbeth là tra poco c'incontreremo." "Grimalchino sento!" "Sì vengo, Paddoc mi chiama, un momento!" "E' il bello orrido, l'orrido è bello! Nell'oscura caligin svolazzando andiam per l'aria oscura..." 

Così le tre streghe nell'apertura del Macbeth. Kurosawa, nel suo rifacimento cinematografico, a commento della landa desolata e pregna di morte dell'ultima scena dell'ultimo atto, dove si è combattuta, persa e vinta la battaglia, osserva: "La vittoria del Male è sempre vana..." E sullo sfondo, alla fine si stagliano comunque sempre, il Caos primigenio ed il Demiurgo ordinatore, il Nulla e Dio, il Bene ed il Male. E le ricorrenze - gli "eterni ritorni" - sono sempre i medesimi per tutti e per tutti hanno riferimento astrale ed astrologico, i grandi eventi cosmici che connotano il Tempo: i solstizi, gli equinozi, la loro medianità.

I solstizi d'inverno celebrano il natale di ns. Signore, ma anche quello di Zarathustra e Zoroastro. Gli equinozi celebrano i riti procreativi di Dioniso il Dio Capro nella sua gioiosa e focosa ebbrezza danzante intorno ai fuochi sacri ove erbe divine sprigionano i loro aromi inebrianti; e, più a nord quelli di Avalon, sostanzialmente paralleli anche se qui il Dio è cervo. A mezza via si celebrano invece, coloro che ci hanno preceduti: i morti. Di essi la religione cristiana, come altre, celebra la memoria e l'influsso fausto dei Pii, i Santi, e, poi, la prece per gl'altri, "i morti".

Sette, occultismo e, segnatamente satanismo, celebrano a loro volta gli "infausti" per invocarne ed evocarne l'azione nefasta, e mortifera, per evocare demoni e la morte stessa. Ciò che si celebra è, in definitiva, l'avvento dell'inverno, la morte dell'anno, specchio di quella della vita, il "Tramonto" del Sole, alla cui "Alba" bisognerà attendere l'equinozio di primavera. Prima però bisognerà attraversarne la morte definitiva: il solstizio d'inverno. Poi, al primo istante successivo ad esso, Dio nasce nuovamente. 

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