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Torna in carcere Jabeur Mejri, il primo prigioniero di coscienza della nuova Tunisia

Jabeur Mejri, il primo prigioniero politico della Tunisia post-Ben Ali, è tornato in carcere il 18 aprile.

Mejri era stato rimesso in libertà il 4 marzo dopo che gli appelli di Amnesty International e di altre organizzazioni per i diritti umani avevano spinto il presidente Moncef Marzouki a graziarlo, annullando dunque la condanna a sette anni e mezzo di prigione che stava scontando per aver pubblicato nel 2012, sulla sua pagina Facebookdisegni del Profeta Maometto giudicati blasfemi

Al momento della scarcerazione, tuttavia, Mejri aveva appreso di essere indagato per aver rubato circa 700 euro in biglietti del treno mentre lavorava per le ferrovie tunisine nel 2011. Stranamente il mandato di arresto gli era stato notificato soltanto alla fine di gennaio. Un espediente, avevano pensato in molti, per tenerlo in carcere anche nonostante la grazia.

Il 18 aprile Mejri si è recato presso l’ufficio del giudice istruttore. Resosi conto che c’era stato un equivoco sulla data del confronto con i suoi accusatori, è andato in escandescenze e ha iniziato a insultare tutti. È stato arrestato per offesa a pubblico ufficiale.

La persecuzione nei suoi confronti è dunque destinata a continuare.

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